“Si combatteva Qui! 1914-1918 Sulle orme della Grande Guerra” a Palazzo Besta

Sarà visitabile fino al 30 ottobre prossimo, a Palazzo Besta di Teglio, la mostra Si combatteva Qui! 1914-1918 Sulle orme della Grande Guerra, patrocinata dalla Commissione Europea ed esposta sia in Italia che in Europa.

Nata con lo scopo di ricordare le sofferenze di chi ebbe a combattere quella Guerra e di non dimenticare il costo del sacrificio umano, la mostra guida il visitatore verso una più profonda comprensione del valore della pace e dell’Unione Europea che da oltre 70 anni previene il crearsi di nuovi conflitti armati entro i propri confini.

Una mostra che spiega la Grande Guerra illustrando i luoghi dei combattimenti. Una guerra corpo a corpo, con continui assalti in trincee inespugnabili, episodi tragici, orrori, drammi e disumanità.

Per Alessio Franconi, autore del reportage fotografico, “È stato un insegnamento di vita, un percorso introspettivo verso una maggior comprensione del mondo contemporaneo; osservare dal vivo i luoghi della Grande Guerra è un’esperienza faticosa e dolorosa dal momento in cui ancora si possono vedere le ossa sparse sui campi di battaglia”. Campi che l’autore ha ritratto in bianco e nero, a cento anni dalla fine delle ostilità.

Il progetto di Alessio Franconi è il risultato di un lungo lavoro durato oltre cinque anni. L’autore si è recato lungo tutto l’arco alpino passando dalla Slovenia, dall’Italia e dall’Austria lungo quello che fu il fronte italo–austroungarico della Prima Guerra Mondiale, raggiungendo campi di battaglia a oltre 3000 metri di quota. Nel 2017, con una lunga e delicata missione fotografica, ha attraversato i Monti Carpazi, per ricordare il dimenticato fronte orientale raggiungendo l’Ungheria, l’Ucraina, la Polonia, la Slovacchia e la Repubblica Ceca. Il reportage, giunto alla sua trentaduesima tappa espositiva, ospiterà una selezione di scatti relativi al fronte italo-austroungarico delle Alpi.

La mostra fotografica”, anticipa Giuseppina Di Gangi, direttore di Palazzo Besta, “ricorda le imprese dei soldati che combatterono la Guerra Bianca anche sui massicci della Valtellina, dove le condizioni climatiche estreme, talvolta di ghiaccio perenne, hanno reso estremamente difficile la vita dei soldati al fronte, ma hanno anche favorito la conservazione di manufatti, postazioni, camminamenti. Sarà un’occasione stimolante per i visitatori del museo che, attraverso la documentazione fotografica di questi segni ancora oggi leggibili, potranno riscoprire le tracce indelebili che la storia ha lasciato sul territorio; un racconto fatto di testimonianze del passato che al tempo stesso ci ammonisce sul futuro”.

Nato dalle esplorazioni fotografiche dell’autore sui fronti della Grande Guerra, il libro Si combatteva Qui! 1914-1918 Nei luoghi della Grande Guerra offre uno sguardo approfondito su cime innevate, pareti scoscese ed altipiani petrosi accompagnando il lettore attraverso gli scenari dove si è combattuta la Prima Guerra Mondiale, oggi avvolti nel silenzio di una natura maestosa. La novità storiografica e iconografica del volume consiste nel trattare anche, per la prima volta, il fronte orientale, lungo i Monti Carpazi, dove combatterono i soldati di origine italiana ma nati sotto l’Impero austroungarico.

Le immagini sono bellissime, impressionanti. Alcune tolgono davvero il fiato, soprattutto se si pensa che in luoghi così scoscesi e inospitali tanti giovani persero la vita”, Antonio Carioti, Corriere della Sera.

Il libro è in vendita nelle librerie o nei principali canali di vendita on-line.

La mostra ha il patrocinio di: Commissione Europea, Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la commemorazione degli anniversari di interesse nazionale, Associazione Nazionale Alpini, Club Alpino Italiano, Erasmus Student Network Italia, Fondazione Pot Miru “Sentiero della Pace”, Ufficio Nazionale per il Turismo Sloveno, Comitato per il Centenario in seno al Gruppo Alpini Milano Centro, The International Propeller Club – Port of Milan.

Alessio Franconi è fotografo e scrittore oltre a esercitare la professione forense. È autore di Si combatteva Qui! un reportage fotografico esposto innumerevoli volte in Italia e in altri Stati europei che, per il suo impatto, è patrocinato dalla Commissione Europea e da numerosi enti. L’autore ha pubblicato Si combatteva qui! Nei luoghi della Grande Guerra (2017) e Alpi, teatro di battaglie! 1940 – 1945 (2020) con Hoepli e Slovenia (2017), Tallinn (2018) ed Estonia (2019) con Morellini Editore.

S.E.

“Kohlhaas” a Palazzo Besta di Teglio

È Palazzo Besta a Teglio ad accogliere, domenica 28 agosto con inizio alle 20.30, il terzo appuntamento del nuovo Festival Voci Umane. Musei e teatro di narrazione, organizzato dalla Direzione regionale Musei Lombardia, diretta da Emanuela Daffra, e affidato alla direzione artistica di Maria Grazia Panigada.

Voci Umane. Musei e teatro di narrazione si svilupperà sino al 7 settembre, facendo interagire i diversi luoghi (tutti sedi museali), le loro memorie, i loro spiriti con artisti come Marco Paolini, Laura Curino, Marco Baliani, Silvia Giulia Mendola, Lucilla Giagnoni, Alessandro Albertin, Antonio Catalano.

Ma veniamo all’originale appuntamento in Palazzo Besta, a Teglio. Qui a rivivere saranno le storie e le atmosfere di Heinrich von Kleist. Da un suo racconto, Kohlhaas, Marco Baliani e Remo Rostagno hanno tratto un testo che sarà portato sul palcoscenico da Marco Baliani, con la regia di Maria Maglietta; produzione Casa degli Alfieri.

“Nel mio racconto orale è come se avessi aggiunto allo scheletro osseo riconoscibile della struttura del racconto di Kleist, nervi muscoli e pelle che provengono non più dall’autore originario ma dalla mia esperienza, teatrale e narrativa, dal mio mondo di visioni e di poetica.

Così ad esempio tutta la metafora sul cerchio del cuore paragonato al cerchio del recinto dei cavalli, che torna più volte nella narrazione, come luogo simbolico di un senso della giustizia umanissimo e concreto, è una mia invenzione, nel senso etimologico del termine, qualcosa che ho trovato a forza di cercare una mia adesione al racconto di Kleist”, anticipa Baliani.

Accade nell’arte del racconto orale che per cercare personaggi interiori occorra compiere lunghi percorsi, passare attraverso storie di altre storie, sentirsi stranieri in questo mondo dopo aver tanto peregrinato, fino a trovare quel punto incandescente capace di generare a sua volta nell’ascoltatore un mondo di visioni, non necessariamente coincidenti con le mie.

L’arte sta nel non nominare troppo, nel cogliere il cuore di un’esperienza con pochi tratti lasciando molto in ombra, molto ancora da compiersi.

Kohlhaas è considerato fra i massimi capolavori del teatro di narrazione in Italia con alle spalle più di 1400 repliche. È la storia di un sopruso che, non risolto attraverso le vie del diritto, genera una spirale di violenze sempre più incontrollabili, ma sempre in nome di un ideale di giustizia naturale e terrena, fino a che il conflitto generatore dell’intera vicenda, cos’è la giustizia e fino a che punto in nome della giustizia si può diventare giustizieri, non si risolve tragicamente lasciando intorno alla figura del protagonista una ambigua aura di possibile eroe del suo tempo.

Perfetto scenario per questo racconto di grandezze e miserie, di visionarietà e soprusi è Palazzo Besta, tra le più interessanti e meglio conservate dimore rinascimentali lombarde. Il Palazzo accoglie, proprio in questi mesi, il ritratto dell’Imperatore Carlo V, attribuito a Tiziano.

Situato nel cuore della Valtellina, conserva al suo interno numerosi cicli pittorici a carattere mitologico e biblico, tra cui gli affreschi nel cortile ispirati agli episodi dell’Eneide, le storie della Genesi nella Sala della Creazione e il ciclo dell’Orlando Furioso nel Salone d’Onore. Fu dimora della famiglia Besta, che patrocinò cultura e arte in particolare nel Cinquecento, periodo di grande fermento per la storia politica, economica e religiosa del territorio a lungo conteso tra Milano e i Grigioni, tra cattolici e riformati. Il piano terreno ospita l’Antiquarium Tellinum, raccolta di stele incise dell’Età del Rame.

Palazzo Besta – via Fabio Besta, 8 – Teglio (SO)

Biglietti: Il costo del biglietto è di euro 5.00. In caso di pioggia l’iniziativa si terrà nell’Auditorium parrocchiale della chiesa S. Eufemia a Teglio. In occasione dello spettacolo il Palazzo sarà visitabile gratuitamente, secondo gli orari di apertura previsti, presentando il biglietto dello spettacolo il giorno stesso della rappresentazione o entro la settimana successiva.

S.E.