Riaperte le visite all’Isola Bella e all’Isola Madre

Dallo scorso 22 marzo, si sono aprono le visite sia all’Isola Bella che all’Isola Madre, oltre che alla Rocca di Angera sul Lago Maggiore.

Molte le novità che attendono i visitatori nei tre gioielli dei Domini Borromeo sul Lago.

Tra le prime, l’emozione di entrare, a conclusione di un complesso restauro, nelle celebri Grotte di Palazzo Borromeo allIsola Bella. Per volontà dei Principi Borromeo, squadre di tecnici specializzati nel recupero di paramenti lapidei, insieme a specialisti nel restauro e manutenzione di ambiti diversissimi, si sono affaccendati in questi mesi per riportare le Grotte alla loro massima bellezza. E con le Grotte, tutti i preziosi reperti che esse ospitano. I sei grandi ambienti illuminati dal baluginio dell’acqua del lago, da sempre stupiscono i visitatori. Questi ambienti, posti a filo d’acqua, nel corpo settentrionale del Palazzo Borromeo sull’Isola Bella, appaiono interamente ricoperti da milioni di ciottoli, stucchi, madreperle, concrezioni, marmi, a voler ricreare la sensazione di addentrarsi in vere e proprie grotte.

La realizzazione di questi ambienti, voluti da Vitaliano Borromeo, per proteggere famiglia e amici dalla calura estiva ma anche per stupire e divertite i suoi ospiti, ha richiesto più di un secolo, con diverse interruzioni. Gli architetti che si sono succeduti nella creazione di questo stupefacente ambiente, ma anche i committenti, avevano idee e obiettivi precisi. Per accontentarli i materiali necessari sono stati selezionati e qui portati anche da molto lontano, così come dai territori del lago. Decine e decine di migliaia di piccoli frammenti di concrezioni, marmi rari, rocce e conchiglie, schiume di ferro sono stati qui assemblati secondo disegni precisi per creare un nuovo fantastico mondo.

A popolarlo sono giunti statue, mobili, reperti, il tutto tra giochi d’acqua, motivi araldici e mosaici. Non c’è da stupirsi che, ben presto, queste Grotte siano diventate famose e che gli illustri visitatori di passaggio per l’Italia le inserissero tra le mete imperdibili nel Grand Tour nel Bel Paese.

Le magnifiche statue in marmo bianco che qui hanno trovato collocazione hanno sempre stupito i visitatori per la loro bellezza, talvolta creando pruderie oggi impensabili. Come nel caso della bella Venere nuda, creata da Vincenzo Monti sull’esempio della Ninfa dormiente del Canova. A proposito di questo bellissimo nudo, le rimostranze degli ospiti più pudibondi, avevano spinto Gilberto V Borromeo e pensare di disfarsene, decisione che fortunatamente non ha avuto seguito. Attualmente le Grotte ospitano reperti diversissimi, di grande interesse. Tutti sottoposti, in questi mesi, ad analisi e, ove necessario, a puliture o restauro.

Accanto ai preziosi marmi, vi si ammirano raccolte di conchiglie e alghe fossili, ma anche reperti protostorici ed una piroga dell’Età del ferro ritrovati sulle sponde del Lago, il modello storico del Bucintoro di Venezia, vesti e armature di antichi Samurai, una piccola divinità indù del Mille, e tanto altro: una wunderkammer dove riunire tesori e curiosità, testimonianze del gusto collezionistico della famiglia e alcuni dei più curiosi doni che le giungevano da mezzo mondo.

Un tesoro a sé stante è la sontuosa collezione di selle, bardature e finimenti di gala dei cavalli da parata del Casato. Capolavori creati dai migliori artigiani dell’area milanese, giunti perfettamente intatti sino ad oggi e che il restauro appena concluso preserverà perfetti anche per il futuro.

Su incarico dei Principi Borromeo, in questi giorno, Massimo Listri, grandissimo fotografo d’interni, sta documentando il risultato dell’intervento di restauro. Le immagini d’arte di Massimo Listri illustreranno la guida alle Grotte, il cui testo è stato chiesto a Marco Carminati, prestigiosa firma del Domenicale del Sole 24 ore. La guida, con i testi di Carminati e le immagini di Listri, sarà a disposizione del pubblico, sia in loco che tramite web dal sito http://www.isoleborromee.it

Articolo di S. E.

Gianfranco Giustina premiato dalla Royal Horticultural Society

La comunicazione della Royal Horticultural Society, a firma del suo Presidente sir Nicholas Bacon , è giunta a Palazzo Borromeo sull’Isola Bella in questi giorni. E ha, ovviamente, fatto piacere innanzitutto al mastro giardiniere di Casa Borromeo, Gianfranco Giustina, appunto. Ma anche ai Principi che gli hanno affidato da anni la direzione tecnica dei loro magnifici giardini sull’Isola Bella e sull’Isola Madre.

Il 10 aprile, alle 15 e 30, a Londra nella Lindley Hall, sede della RHS Awards Ceremony, Gianfranco Giustina sarà insignito della RHS Veitch Memorial Medal che, annualmente, viene assegnata alla persona che ha contributo maggiormente, nel mondo, ai progressi delle conoscenze scientifiche in orticoltura, anzi più esattamente all’Avanzamento dell’arte, della scienza o della pratica dell’orticoltura. Va detto che la traduzione di Horticultural in orticoltura” è limitativa. Nel linguaggio del settore non si fa riferimento all’orto ma più estesamente al giardinaggio.

Nel novero dei Premi del settore al mondo i RHS Awards sono considerati equivalenti ai Nobel che si assegnano per altre discipline. Va anche notato come raramente uno di questi riconoscimenti sia stato assegnato ad un italiano. Particolarmente interessante il percorso di nomina, molto simile a quello che porta all’assegnazione dei Premi Oscar. Ogni anno, i membri della Royal Horticultural society procedono a formulare le loro nomination. I candidati che hanno ottenuto più segnalazioni entrano nella fase finale e da questa ulteriore, durissima selezione esce il nome del vincitore.

giustina

“Sono naturalmente onorato di essere stato scelto per questo importante riconoscimento” afferma Gianfranco Giustina. “Lo considero mio quanto della Famiglia Borromeo che in questi anni mi ha consentito di gestire i giardini delle Isole Borromeo con assoluta libertà. È un Premio che dedico ai miei collaboratori, persone di grande professionalità con cui ho condiviso ogni momento del mio lavoro. Sono davvero molte le esperienze che qui ho vissuto in queste meravigliose isole. Prima fra tutte il salvataggio di quello che è stato popolarmente definito come il “Grande Vecchio dell’Isola Madre”, l’esemplare pluricentenario di Cipresso dell’Himalaya che, completamente deradicato 8 anni fa da un fortunale, è stato riposizionato con l’aiuto di elicotteri, curato con flebo e trattamenti diversi e che ora è considerato fuori pericolo.
Mi fa piacere ricordare anche la recente acclimatazione sul Lago Maggiore delle proctee, i cosiddetti fiori del fuoco, di origine sudafricana, delle quali offriamo ai nostri visitatori una collezione che non ha pari in Italia”.
Gianfranco Giustina, originario di Borgomanero, tra il lago d’Orta e il lago Maggiore, è nato in una famiglia di origine contadine. Il bisnonno materno durante l’inverno lavorava nei giardini delle ville di Stresa, dove ebbe modo di conoscere molte rare varietà di piante. Il nonno materno, emigrato in Francia, al ritorno portava con sé fiori e piante sconosciute.

Fin da piccolo Giustina ha ereditato dalla madre e dai suoi avi questa passione. Ha frequentato il biennio della Scuola di Giardinaggio di Solcio di Lesa (Lago Maggiore) e ha poi conseguito la maturità presso la Scuola di Floricultura “Domenico Aicardi” di San Remo dove si è perfezionato, visitando assiduamente i più bei giardini della Riviera e della Costa Azzurra.
Giustina lavora per la Famiglia Borromeo sin dagli anni successivi al termine dei suoi studi essendo entrato all’Isola Madre come giardiniere con incarico temporaneo, ed essendo giunto in appena due anni dopo ad esserne capo giardiniere.
Questa posizione gli ha consentito di venire in contatto con i più grandi botanici d’Europa e approfondire le sue conoscenze internazionali.
Dal 2006 è diventato ufficialmente Curatore dei giardini Borromeo (Isola Bella ed Isola Madre). Al suo enorme lavoro di ricerca e innovazione si deve l’inserimento delle Isole Borromee, sul Lago Maggiore, nel prestigioso circuito della RHS – Royal Horticultural Society che, quest’anno, hanno deciso appunto di premiare Gianfranco Giustina con il prestigiosissimo conferimento della RHS Veitch Memorial Medal.

Articolo di S. E.