Guttuso. La forza delle cose a Palermo

In occasione dei venticinque anni dalla sua nascita, la Fondazione Sicilia, con Sicily Art & Culture e in collaborazione con gli Archivi Guttuso e il Comune di Pavia – Assessorato alla Cultura e Turismo, promuove una importante esposizione dal titolo Guttuso. La forza delle cose negli spazi di Villa Zito a Palermo fino al 26 marzo 2017, curata da Fabio Carapezza Guttuso e Susanna Zatti, direttrice dei Musei Civici di Pavia.

Il progetto espositivo è nato da una preziosa collaborazione tra i Musei Civici di Pavia con gli Archivi Guttuso da cui la realizzazione della prima tappa della mostra, da settembre a dicembre 2016, ospitata presso le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia.

La mostra si avvale inoltre del patrocinio della Regione Sicilia, dell’Assemblea Regionale Siciliana e dell’Assessorato alla cultura della Città di Palermo.

Sono esposte 47 nature morte, genere che Renato Guttuso ha praticato nell’intero arco della sua attività e che costituiscono, dalla fine degli anni Trenta, una componente essenziale della sua produzione. L’artista indaga ossessivamente una serie di oggetti che si animano nelle tele e che diventano i protagonisti indiscussi delle opere grazie alla straordinaria forza espressiva e alla potenza cromatica. Scrive egli stesso in un articolo del 1933: “Se la pittura non penetra l’oggetto e non ne svela le vibrazioni, se non arriva partendo dall’oggetto e dall’osservazione sentimentale di esso alla creazione di un equivalente plastico dell’oggetto non si perviene alla poesia, ma si precipita nella fotografia”.

Le opere esposte – che provengono da prestigiose sedi espositive tra le quali il MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, la Fondazione Magnani Rocca, i Civici Musei di Udine, il Museo Guttuso, la Fondazione Pellin e alcune importanti collezioni private – offrono al pubblico una prospettiva inedita e di grande fascino sul percorso artistico del maestro siciliano, studiando la forza delle cose rappresentata nelle opere.

“Non poteva esserci un modo migliore per ricordare i nostri 25 anni di attività – afferma il Presidente della Fondazione Sicilia Raffaele Bonsignore – se non rendere omaggio con un progetto culturale ambizioso a un artista tra i più amati dei nostri tempi e della nostra terra di cui la nostra collezione conserva importanti opere”.

La carica travolgente delle nature morte di Guttuso è certamente una caratteristica distintiva della sua pittura. La mostra presenta opere degli anni Trenta e degli anni Quaranta, che documentano l’impegno dell’artista a testimoniare la drammatica condizione esistenziale, imposta dalla dittatura e dalla tragedia della guerra. Nel dopoguerra, con Finestra (1947) o Bottiglia e barattolo (1948), il crescente interesse verso la sintesi post-cubista picassiana rivela il profondo impegno dell’artista nel recupero della cultura artistica europea per arrivare, negli anni Sessanta, a una nuova fase che rivela una dimensione più meditativa, derivante anche dalla elaborazione, nei suoi scritti, dei temi del realismo e dell’informale, visibile ne Il Cestello (1959), La Ciotola (1960) e Natura morta con fornello elettrico (1961).

L’esposizione si conclude con una selezione di dipinti della fine degli anni Settanta-inizio anni Ottanta, periodo in cui la continua ricerca del reale di Guttuso si accentua per dare vita a celebri dipinti come Cimitero di macchine (1978), Teschio e cravatteBucranio, mandibola e pescecane (1984) che diventano metafore e allegorie del reale.

Il percorso della mostra è arricchito da fotografie – in parte inedite – concesse dagli Archivi Guttuso e da frammenti video messi a disposizione da Rai Teche che raccontano la vita, intima e pubblica, dell’artista mostrando anche i luoghi del suo lavoro e delle sue relazioni con importanti scrittori come Moravia, Vittorini, Saba e Levi, scultori come Manzù e Moore, poeti come Pasolini e Neruda, registi come De Sica e Visconti, musicisti come Nono e artisti come Picasso; rapporti che influenzeranno i suoi lavori e ispireranno non solo dipinti, ma anche illustrazioni per libri, scenografie teatrali, collaborazioni cinematografiche, sodalizi letterari e politici.

L’esposizione è organizzata da Civita e da ViDi. Unicredit è il Main sponsor dell’iniziativa, che si avvale inoltre della sponsorizzazione di Banca Sistema e Igea Banca, oltre a Radio Monte Carlo – Radio ufficiale della mostra -, Rai Teche e Visiva come media partner.

Il catalogo edito da Skira, oltre ai saggi dei curatori, presenta un contributo del Professor Antonello Negri.

 

Barbara Izzo

‘900. Una Donazione

Presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Raffaele De Grada è stata inaugurata una mostra voluta dal Comune di San Gimignano e inserita nei percorsi turistici di “Toscana verso Expo 2015” con l’organizzazione di Opera – Civita Group. L’esposizione ‘900. Una donazione documenta una preziosa collezione di opere d’arte di celebri artisti del Novecento italiano – Valerio Adami, Massimo Campigli, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Renato Guttuso, Mario Mafai, Ennio Morlotti, Fausto Pirandello, Mario Sironi, Ardengo Soffici – recentemente pervenuta alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada” di San Gimignano, che testimonia in particolar modo del gusto collezionistico medio-alto borghese fra anni Sessanta e Ottanta del secolo scorso.

La donazione consta di tredici opere di rilevante valore artistico, che rappresentano stili peculiari degli autori, tra i massimi esponenti della pittura italiana del Novecento.

La collezione si deve alla munifica sensibilità ed al gusto collezionistico del suo appassionato donatore, Gianfranco Pacchiani (Firenze, 1923 – Roma, 2013), scrittore fiorentino vissuto a Roma.

Buona parte delle opere – di cui un gruppo risale agli anni ’30, un secondo agli anni ’50, per concludersi con un bel dipinto di Valerio Adami del 1979, eseguito a New York dall’artista al tempo del suo stretto dialogo con la Pop Art americana -, provengono dalla celebre Galleria romana di Giuseppe Zanini, abile caricaturista, amico di Federico Fellini e di molti tra i massimi artisti italiani del periodo, col quale Gianfranco Pacchiani intessé un fecondo rapporto di stima ed amicizia.

La donazione si aggiunge a quella della moglie di Gianfranco Pacchiani, Fiamma Pomponio, relativa ad un ampio corpo di opere d’arte dei secoli XIV-XX (maioliche, bronzi, sculture lignee), la quale arricchisce ulteriormente la già nutrita e poliedrica collezione di opere d’arte moderna e contemporanea presente all’interno dell’intero polo museale del Conservatorio di Santa Chiara, ospitante, oltre alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, anche il Museo Archeologico e la Spezieria di Santa Fina, e che sarà oggetto di un successivo progetto di valorizzazione espositiva da parte dei musei civici di San Gimignano.

La donazione si deve all’ideazione e all’intercessione del raffinato storico dell’arte Gabriele Borghini, sangimignanese a lungo vissuto a Roma – tra l’altro, già Soprintendente ai beni storici e artistici per le Province di Siena e Grosseto, nonché promotore e curatore di molteplici mostre e progetti culturali di grande respiro ed autore di numerosi volumi, cataloghi e contributi vari, anche in collaborazione con altri autorevoli storici dell’arte italiani, molti dei quali su artisti o contesti culturali di area senese e romana -, alla memoria del quale, non a caso, i coniugi Pacchiani hanno voluto dedicare la donazione familiare complessiva.

Il prezioso ruolo di Gabriele Borghini ed il suo stretto legame con San Gimignano, che ha contribuito nel corso degli anni ad un sensibile incremento del patrimonio storico artistico e ad una qualificata animazione delle attività culturali della città, saranno celebrati, in occasione dell’inaugurazione della mostra, con l’intitolazione allo storico dell’arte, da parte dell’Amministrazione Comunale, della sala principale delle esposizioni temporanee della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea.

La mostra non si limita a presentare i tredici dipinti oggetto della donazione, ma propone anche specifici apparati multimediali e didascalico-esplicativi in grado di introdurre i visitatori nel clima storico-artistico e nell’alveo biografico e cronologico nei quali è maturata la genesi delle opere e la vocazione creativa degli artisti, nell’ambito di un allestimento all’uopo accuratamente dedicato.

Le interessanti opere della raccolta oltre a testimoniare un pregevole spirito collezionistico, pur non formando un compendio pienamente esaustivo del panorama artistico italiano della prima metà del Novecento, permettono di tratteggiare la temperie culturale e le più salienti e innovative modalità e correnti espressive dell’arte figurativa del periodo.

L’intrinseco valore estetico e storico-artistico della mostra non esauriscono tuttavia il rilievo di questo progetto culturale, che, come molte altre analoghe precedenti iniziative della Galleria, non si propone come evento effimero legato unicamente alla temporaneità dell’esposizione, bensì anche come qualificato e prestigioso accrescimento patrimoniale della già considerevole collezione della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di San Gimignano.

 

‘900 – Una Donazione, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada” di San Gimignano, Via Folgore da San Gimignano, 11

Fino al 30 agosto 2015

Orari

Fino al 31 marzo         11:00 – 17:30

1 aprile/30 agosto 09.30 – 19:00

1 Gennaio 12.30 – 17.30

 

Salvatore La Spina