La figura di Francesco Giuseppe, una delle pietre miliari nella politica europea a cavallo tra ‘800 e ‘900, non può essere compresa senza accennare alla bellissima moglie Elisabetta di Wittelsbach o di Baviera, conosciuta come principessa Sissi, ispiratrice di pittori, registi cinematografici e teatrali, presente nella fantasia di molte giovinette per decenni. Elisabetta era di Monaco di Baviera, nata la vigilia di Natale del 1837, figlia di Ludovica di Baviera, del ramo principale della famiglia reale: era infatti zia dell’imperatore. Nel 1853, la madre di Elisabetta e la zia stavano trattando un matrimonio. La figlia più grande di Ludovica, Elena, avrebbe dovuto sposare il giovane imperatore Francesco Giuseppe, dal momento che era opportuno rafforzare la parte tedesca dell’impero. Durante la festa di compleanno di Francesco Giuseppe, nell’agosto di quell’anno, proprio come vuole la più romantica tradizione degli incontri amorosi, i due ragazzi avrebbero dovuto conoscersi per poi concordare il matrimonio. Alla festa avrebbe preso parte anche la triste Elisabetta, che si struggeva per l’amore di un giovane morto da poco, ma che era promessa sposa al fratello più giovane dell’imperatore. Occasione propizia per distrarsi e incontrare il futuro marito. Tuttavia, Francesco Giuseppe appena vide Elisabetta se ne innamorò e non ci fu nulla da fare: il suo volto illuminato dichiarava apertamente il suo amore, che infatti egli dichiarò per tutta la vita alla moglie malgrado il suo comportamento spesso libertino. Si sposarono il 24 aprile 1854 a Vienna. La vita di corte non fu felice per la donna, tuttavia inizialmente rimase molto vicina al marito, soprattutto quando si rese conto che l’Austria non era affatto amata dalle popolazioni ad essa assoggettate, anche se per Elisabetta I ci furono quasi sempre entusiastiche acclamazioni. In breve tempo, la vita di corte divenne insopportabile per Elisabetta che andò a vivere a Madeira per curarsi. Dopo il suicidio del figlio, Elisabetta vestiva sempre di lutto stretto, con il viso celato da una veletta; decise di raggiungere Ginevra in gran segreto, quindi il 10 settembre 1898, mentre si recava a prendere un battello, venne pugnalata dall’anarchico italiano Luigi Lucheni che si era informato sulla sua identità, la sua presenza in Svizzera e il suo modo di vestire. Dapprima ignara della gravità delle ferite, l’imperatrice morì un’ora dopo la pugnalata, nella sua camera d’albergo dove era stata precipitosamente portata dalla dama di compagnia.
A.B.