“I Romani nel Delta del Po”: la storia archeologica di Voghenza

Avrà per tema “Voghenza e il Polesine di San Giorgio: tra erudizione, curiosità e sotterfugi” la conferenza di Alberto Andreoli, per il ciclo “Archeologia in Biblioteca” (decima edizione) su “I romani nel Delta del Po”, in programma martedì 27 febbraio 2024 alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea (via Scienze 17 Ferrara).
L’incontro, organizzato in collaborazione con la Società Dante Alighieri – Comitato di Ferrara APS, potrà essere seguito anche in diretta video sul canale youtube Archibiblio web.

La zona rivierasca del basso Po, interessata in età classica dalle esperienze urbane di Adria e Spina, dopo un certo ma insufficientemente documentato periodo gallico, tra la fine del III e l’inizio del II secolo a.C. entrò a far parte del dominio di Roma. Il processo di “romanizzazione” seguito alla conquista fu condizionato dall’instabilità del quadro ambientale. Nel territorio corrispondente all’attuale pianura ferrarese si attestò un popolamento sparso, costituito da realtà insediative di ridotte dimensioni (villae, vici, pagi), ancorate sulle emergenze naturali più stabili (dossi, gronde fluviali, cordoni dunosi litoranei).
Probabilmente il principale centro vicano dell’areale è stato individuato a una quindicina di chilometri a sud-est di Ferrara, presso Voghenza, frazione nel Comune di Voghiera. In tale località, ignorata dalle fonti antiche, agli sporadici e casuali rinvenimenti del passato, che sollecitarono l’interesse antiquario non solo locale, sono succedute a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso programmate e accurate esplorazioni archeologiche. Puntuali studi interdisciplinari hanno reso possibile la ricostruzione del quadro ambientale antico e comprensibile il carattere dell’insediamento, posto sulle rive del paleoalveo di un’antica divagazione padana, frequentato almeno dal IV-III secolo a.C. La ricca documentazione epigrafica disponibile ha consentito di valutare la composizione sociale, lo status economico e le ascendenze culturali della popolazione. A quello che forse è stato “l’unico centro amministrativo divenuto autonomo nella tarda età imperiale tra i rami dell’antico Po” (N. Alfieri) e in cui si sono riconosciute le “radici cristiane di Ferrara” è dedicato il ciclo di tre incontri mensili (16 gennaio, 27 febbraio, 25 marzo) della decima edizione di Archeologia in Biblioteca.

Il primo appuntamento ha avuto la funzione di fornire un primo orientamento e richiamare l’attenzione sulla documentazione e le fonti note sull’argomento, fino al XVII secolo. Questo secondo incontro si propone di delineare la “storia archeologica” di Voghenza e del suo territorio quale è andata delineandosi tra Sette e Ottocento, a seguito dei numerosi rinvenimenti archeologici allora avvenuti nel Polesine di San Giorgio.

Alessandro Zangara

‘Archeologia in biblioteca’: la città di Spina e la geografia storica del delta padano in età classica raccontate da Alberto Andreoli

Proporrà una panoramica aggiornata sugli studi relativi alla città di Spina e al delta padano in età classica la conferenza di Alberto Andreoli in programma martedì 18 gennaio 2022 alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea (via Scienze 17 Ferrara) e in diretta video sul canale youtube Archibiblio web (per accedere clicca qui).

L’incontro, organizzato in collaborazione con la Società Dante Alighieri Comitato di Ferrara, è il primo dei tre appuntamenti a cadenza mensile del ciclo “Archeologia in Biblioteca” (8a edizione).

Quest’anno ricorre il centenario della scoperta del sepolcreto ‘spinetico’ di Valle Trebba, avvenuta casualmente durante operazioni di bonifica agraria nella primavera del 1922. All’epoca, dopo una preliminare, rapida e accurata ricognizione, era seguita una serie ultradecennale di scavi, con l’esplorazione di oltre 1200 tombe e il rinvenimento di una quantità eccezionale di materiali antichi. Ai fini della conservazione e valorizzazione di questi ultimi nel 1935 veniva istituito il Regio Museo di Spina (ora Museo Archeologico Nazionale) a Ferrara. La località deltizia dei rinvenimenti mise in crisi l’impianto metodologico e critico del dibattito allora in corso sul problema topografico dell’ubicazione della città di Spina, oggetto di una riflessione plurisecolare. A partire dal 1953 si svolse una seconda fase di fortunate indagini archeologiche ‘spinetiche’, che vide il recupero di oltre 2300 tombe in Valle Pega (e un altro paio di centinaia in Valle Trebba), l’esplorazione dell’area di S. Maria in Padovetere e dell’abitato principale di Spina. Più di recente, l’organizzazione di allestimenti espositivi stabili e temporanei, convegni e pubblicazioni tematiche, e la ripresa di campagne esplorative (con scavi e prospezioni geofisiche), attestano il permanere di un rilevante interesse scientifico e culturale per l’antico centro emporico etrusco-padano. Il ciclo di 3 incontri a cadenza mensile (18 gennaio – 1 febbraio – 8 marzo 2022) si propone di fornire una panoramica aggiornata dello stato degli studi e delle conoscenze storico-geografiche sulla città di Spina e il territorio deltizio, dalle origini all’epoca romana.

Alessandro Zangara