L’insurrezione dell’umanità nascente

Molto interessante il nuovo libro di Marco Guzzi, poeta e filosofo autore di molti volumi profondi e articolati sul pensiero dell’Uomo. L’analisi dell’autore espressa in “L’insurrezione dell’umanità nascente”, verte sulla profonda crisi antropologica di questo periodo, dalle proporzioni planetarie, per tentare di capire quale figura complessiva di umanità si stia consumando e quale altra, eventualmente, stia tentando di emergere. Il mondo tecnico occidentale, comunque, pare incapace di esprimere un senso vitale e una direzione del proprio sviluppo adatta ai tempi attuali e immediatamente futuri. Il tentativo di Guzzi è quello di spingere a tirare fuori dal marasma che sembra dilagare, “un volto nuovo e inedito dell’uomo, e perciò a insorgere contro la figura morente che tuttora domina dentro le catastrofi che continua a produrre”. La crisi è esistenziale profonda e dura da molti anni, sia storicamente (vedasi le due guerre mondiali), sia dentro molti di noi. Afferma l’Autore che il “Novecento si è chiuso in un clima di grande smarrimento, che si è addirittura accentuato in questi ultimi quindici anni del nuovo millennio”. I linguaggi, che pur di diffondono così facilmente tramite la tecnologia, sono del tutto incapaci di dare un certo orientamento soprattutto al mondo occidentale, ormai però globalizzato. I linguaggi dominanti, che possiamo riassumere in economia, scienza e informazione, continuano a ribadire le proprie ragioni, ma non permettono di cogliere il senso comune, unitario di ciò che si è. Bisogna tornare alla Filosofia e alla Spiritualità, anche laica, che dia un certo percorso di vita da seguire per la propria crescita ed evitare di mantenersi su quella superficie che si sta sempre più sgretolando. Senza essere contrari alle innovazioni, esse non bastano più. Il ritorno all’approfondimento, che non sia soltanto di cronaca, è necessario e ormai doveroso. Il libro presenta una serie di testi sotto forma di seminari che mantengono un certo grado di “povertà”, di quella capacità di creare un vuoto che si possa riempire di nuovo. I saggi orientali lo dicono da millenni: senza il vuoto, lo svuotamento della mente, non si può pensare di fare stare dentro ancora qualcosa, o comunque qualcosa di nuovo, in noi. Perciò ecco che Guzzi suggerisce di ascoltare il Nascente, quel suono, anzi quel grido, “che risuona in noi e nella storia piagata di tutto il pianeta come un allarme e un richiamo”. Sono quelle grida che cercano di uscire da ciascuno di noi o di trovare udienza anche quando siamo distratti. E capita molto spesso. Si comincia a prepararsi all’ascolto e poi si prosegue con una serie di testi che suggeriscono cosa ascoltare e come, nel tentativo per ciascun lettore di tracciare un percorso personale alla ricerca di Altro da sentire oltre se stessi e la materia che si è appropriata di tutta la realtà, senza lasciare traccia di alcun altro aspetto esistenziale. Un percorso interessante, profondo, ma trattato con lievità, in modo da renderlo fruibile a tutti, senza limiti di appartenenza. Molto interessante. Da leggere.

 

Marco Guzzi: “L’insurrezione dell’umanità nascente”, Paoline, Milano, 2015; euro 17,00.

 

Alessia Biasiolo

 

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