La capacità artistica di Gazebo, l’artista Paul Mazzolini definito un poliglotta girovago alla ricerca di sempre nuove sensazioni ed emozioni, di coniare nuove tracce musicali senza perdere la personalità legata a culture di più luoghi del mondo e di più luoghi dell’anima, si intuisce subito dal primo ascolto delle musiche raccolte nel nuovo cd “Reset” che coniuga l’elettronica degli anni Ottanta alla dance della nuova generazione. Famoso per l’indimenticabile “I like Chopin”, oppure “Masterpiece”, “Lunatic” o “Telephone Mama”, Gazebo torna con un album interessante, intenso, dai mille volti e dalle sonorità decise. Ogni brano ha una personalità indiscussa, ma capace di coinvolgere l’ascoltatore che ben presto fa sue le note e le sfumature emozionali che le sottendono. Molto bella la melodia di “Reverie” in cui le note musicali si stemperano nei colori dei quadri di Monet. Il sound è deciso, e gli argomenti non dimenticano il presente, da raccontare e anche da commentare. “Evil” diventa, allora, chi ci sta vicino e ci fa del male, per la propria cattiveria, per l’invidia e l’incapacità di condividere i cammini verso il reciproco successo, o comunque la reciproca realizzazione di sé. È un demone colui che ci ostacola a volte solo per il gusto di farlo, ma anche quel demone che è in noi e fa di tutto per inciampare le nostre aspirazioni, mantenendoci nella normalità dietro alla quale spesso ci nascondiamo per paura di riuscire oltre i confini della normalità socialmente accettata. Molto interessante anche “Blindness”, l’incapacità, in questo caso, di capire come possono esserci persone diverse da noi, con altri obiettivi e altre aspirazioni, non per questo con minore diritto di esistere. L’incontro deve essere per l’aiuto comune e reciproco, senza paura, senza quei paraocchi che rendono la vita difficile anche quando potrebbe essere soltanto una meravigliosa avventura. Non avere paura di sorridere, di scegliere, recita Gazebo, perché soltanto superando la nostra paura possiamo andare incontro alle paure dell’altro e cercare di superarle insieme per una società migliore. “The secret” è, invece, una canzone dedicata all’outing visto come coraggio di espressione. La musica trascina al movimento, al ritmo che diventa interiore e riesce a portare dentro ciascuno non soltanto i suoni, ma anche le riflessioni che, espresse così, diventano davvero musica con la quale ballare il nostro tempo, in un’esplosione che diventi gioia, vivacità, indipendentemente dall’età, dalla provenienza, dalle particolarità di ciascuno. Questa è la musica, si può obiettare? Sì, certo, è questo che deve essere e che deve fare, cercando l’universalità che non è fatta di barriere, ma di incontri. Un album adatto a varie tipologie di ascoltatori, anche al di là del ritmo e dell’elettronica che potrebbe allontanare di prim’acchito gli amanti di generi più soft, più classicheggianti, più standard. Il fraseggio di Gazebo verte a unire la voglia di danza con la complessità dell’animo umano che si stempera non soltanto nei colori di una tela o di uno spartito, quanto nei colori dell’esplosione di sé: della gioia, della voglia di vivere nei vari aspetti della vita. È il sogno della condivisione che genera “Europa” per poi attraversare la “Queen of Burlesque”, “Temple Bar”, “Wet Wings”, dolcissima, sugli amori impossibili per varie motivazioni: la differenza d’età, le problematiche lavorative, la lontananza, varie situazioni che rendono incompatibile vivere anche con l’amore più grande della vita. In questo caso soprattutto, la canzone diventa una sorta di coccola, una ninna nanna che sottolinea la profondità dell’autore (con Mario Manzani) e la sua volontà di rompere le barriere, raccontando vite e cercando di andare loro incontro. Almeno a metà strada, in un mondo contemporaneo che spesso fa tanto parlare, ma lascia le persone sole non appena smettono di essere una notizia di cronaca, sia che sia condivisa dai mass media, sia che sia una notizia passata di bocca in bocca nel vicinato. Bello il disco e bella la proposta musicale, tutta da ascoltare. E riascoltare. Seguendo il principio che possiamo sempre riavvolgerci e ricominciare daccapo, seguendo la musicalità del momento o reinventando la propria utilizzando l’innovazione senza rinunciare ai propri valori.
Alessia Biasiolo