Mephisto. Bellissimo angelo caduto a Brescia

Interessante e affascinante il lavoro teatrale proposto da Luca Micheletti per il CTB di Brescia dove ha debuttato al Teatro Sociale lo scorso 3 novembre, in replica per molti giorni, con successo. “Mephisto” nasce da un libro di Klaus Mann, secondogenito del famoso Thomas; lavoro pubblicato nel 1936, il romanzo riguarda la vita del cognato di Klaus, Gustaf Gründgens, attore di gran talento colluso con il nazismo, già al potere in Germania. Micheletti, anche attore protagonista, porta in scena le contraddizioni di un attore, quello del romanzo ma anche molti altri fino ai nostri giorni, che vuole tutto e niente, sospeso tra recitazione e realtà, tra comparse sul palcoscenico e persone vere, nella vita reale. Ne esce un lavoro lungo e coinvolgente, con il pubblico rapito dalle parole e, soprattutto, dalla fisicità dell’interpretazione, dove ogni attore riveste uno e più ruoli, indossa una e tante maschere, diventa se stesso per non più ritrovarsi, in un’altalenarsi di emozioni, suspance, satira e tristezza, nostalgia e terrore. Il coinvolgimento con il nazismo diventa volontà di minarlo dall’interno, ma anche occasione di trovare una dimensione più alta per un “angelo” che forse è caduto negli inferi per salvare il resto dell’umanità da un nuovo sbaglio, ingiustificabile ancora. Mephisto suscita la compassione di tutti e il rifiuto di ciascuno, diventa archetipo e incarnazione femminile; diventa ricerca e condanna, vizio e virtù. Insomma, in scena c’è la vita praticamente in ogni sua manifestazione e prorompe la bravura degli attori con un gioco sottile e assolutamente d’uso degli effetti speciali che rapiscono verso dimensioni che ogni astante trova per se stesso. La riflessione diventa imperante e prende pieghe imprevedibili, mentre Lotte è diversa da come sembrava, così come Juliette, come Miklas, come lo stesso Mefistofele, o HH o Gustav. Quasi tre ore di travolgente spettacolo in cui i protagonisti, dopo un periodo trascorso in provincia, si trasferiscono in città e si stordiscono di potere. Ma è vero potere o alibi per non vivere? E la vita, dov’è? Là dentro, in teatro, o fuori, dove divampa la persecuzione? E persecuzione di chi? Quando? Ottime le scene e azzeccati i costumi, compreso uno pseudo astronauta che fluttua davanti i nostri occhi e tra le coscienze, sospeso come i giudizi. Il destino cambia e non è quello già vissuto del tempo, è quello che deve ancora arrivare del futuro e nel futuro, quando, forse, ci saranno le risposte a domande che serpeggiano tra chi sa com’è andata la storia e chi cerca di sapere come sta andando la storia contemporanea. Insomma, uno spettacolo da non perdere, da cui lasciarsi catturare per farsi portare al di là del nichilismo, del cinismo, del logico e del già pensato, per trovare, nelle forme recitative, una dimensione dell’attuale proposta come soltanto con considerazioni dal passato si poteva riuscire a fare. Destinato a premi importanti, “Mephisto” ha avuto il premio del pubblico che, dopo lungo tempo, non si è lasciato né annoiare né intimorire da dubbi che porteranno il “teatro” personale a cercare ancora palcoscenici.

 

Alessia Biasiolo

 

Sulle ali della Musica

Oramai è diventato un appuntamento classico della domenica all’Auditorium Pollini di Padova, con protagonista il Maestro Claudio Scimone, il concerto che dirige con la proverbiale verve i Solisti Veneti, gruppo da lui fondato 55 anni fa.

Volano le note, come si sfogliano le pagine di un libro, se poi, il protagonista assieme ai musicisti è il Maestro di un certo Bach, ne dobbiamo dedurre che il concerto della domenica è sensazionale. Vivaldi, è infatti il vero prototipo della musica veneta che ne riflette a pieno i colori di pittori illustri come il Tintoretto. Così il tempo scorre veloce, fra le note dei concerti che vedono protagonisti solisti di livello eccelso, accompagnati da un’orchestra collaudata che segue attentamente la bacchetta impeccabile del suo Direttore. L’incontro musicale è interamente dedicato ai concerti del prete rosso. Si possono apprezzare le sonorità del gruppo da camera che ci riportano all’antico splendore delle ville venete, con un tocco inconfondibile di modernità tutta italiana. Introduce l’ascolto del secondo libro del Maestro veneziano, il concerto in re minore n. 7 per violino che viene contrassegnato fra l’altro dall’interpretazione sottile e inebriante di Chiara Parrini, un modo elegante per apprezzare la musica barocca.Ma il solista che ha lasciato un ricordo intenso e veramente emozionante è stato sicuramente Paolo Grazia che ha offerto una delle sue migliori prestazioni nell’interpretazione del concerto n. 9 in re minore per oboe  sempre parte dell’opera Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione, opera spesso poco conosciuta al grande pubblico.

Le raffinatezze esecutive di questo concerto non sono di certo terminate, è stato infatti il turno di Clementine Hoogendoorn Scimone che interpretava in maniera esemplare il concerto in la minore RV 108 per ottavino, archi e basso continuo, senza sbavature. Le sonorità brillanti dell’ottavino dialogavano in simbiosi perfetta con l’orchestra.

A conclusione dell’incontro musicale, Lucio Degani interpretava il concerto per violino con la solita maestria e la pulizia del fraseggio. La sua esecuzione, lasciava quel velo di magia che solo la musica barocca può regalare all’ascoltatore.

Da ultimo, sottolineerei come, la logica infallibile che fa tutt’uno con quella della dimensione orchestrale, magistralmente dominata da Claudio Scimone,  hanno come sempre,  comunicato la sintesi del vero barocco.

 

Bruno Bertucci

 

 

 

Un’Opera per il Castello nuova edizione

Presentata all’Accademia di Belle Arti di Napoli, la quinta edizione  del Concorso  nazionale Un’Opera per il Castello, dedicato ai giovani artisti  per selezionare un nuovo progetto ideato per Castel Sant’Elmo di Napoli.

Il tema di quest’anno del Concorso, curato da Angela Tecce in collaborazione con Claudia Borrelli, è Uno sguardo altrove. Relazioni e incontri.

L’istituzione del nuovo Polo museale della Campania fornisce lo spunto per ripensare il ruolo di Castel Sant’Elmo come fulcro di una rete di ‘connessioni’ e luogo geograficamente e morfologicamente privilegiato dal quale osservare e collegare visivamente e idealmente tutti i musei del Polo, fino ai castelli di Baia e di Montesarchio e alle tre Certose di San Martino, Capri e Padula.

Lo sguardo che la fortezza rivolge al vastissimo panorama offre, infatti, la possibilità di rintracciare, concretamente e metaforicamente, nuove relazioni con il territorio circostante. E’ questo il motivo che ha indotto a privilegiare, per il tema di quest’anno, gli spazi da cui si può godere di una visione completa della città di Napoli, del suo golfo e dei dintorni, verso il Vesuvio, i Campi Flegrei e l’entroterra campano: la Piazza d’Armi e i camminamenti sugli spalti, divengono così nodo centrale di una maglia in cui il dialogo tra istituzioni culturali, visitatori e ambiente urbano e contesto paesaggistico è costante e ricco di suggestioni.

L’invito rivolto ai giovani artisti è quello di elaborare un progetto che, partendo dalla realtà del luogo storico che ospita il concorso, attraverso azioni, gesti e segni riveli nuove possibilità di intreccio e connessione con l’altro e, tra le pur estreme differenze che caratterizzano le realtà museali del Polo, instauri un colloquio reale, capace di coinvolgere in prima persona il pubblico del Castello, stimolando il sorgere di relazioni e attivando inedite attribuzioni di senso.

La vocazione al contemporaneo di Castel Sant’Elmo si è consolidata con l’apertura, nel marzo del 2010, della sezione museale Novecento a Napoli. Per un museo in progress, dedicata agli avvenimenti storico-artistici nella città e alla loro costante relazione con lo svolgersi dei movimenti e delle poetiche di riferimento nazionale. L’attività del museo, che si definisce non a caso in progress, è rivolta non solo all’acquisizione di nuove opere d’arte e all’ampliamento dei suoi confini cronologici e tematici, ma anche a un confronto continuo con la storia del Novecento e con l’ampio e variegato panorama delle esperienze creative attuali. Il concorso Un’Opera per il Castello continua, quindi, un percorso già tracciato da tempo e che, nel più immediato futuro, si propone di trasformare sempre più il Castello in uno spazio in cui le giovani generazioni di artisti possano trovare un legittimo riconoscimento di pubblico e di critica attraverso esperienze innovative e il coinvolgimento di un vasto pubblico e di appassionati.

La partecipazione è libera e gratuita, per tutte le informazioni, l’iscrizione e l’invio del materiale consultare il sito web del concorso: http://www.polonapoli-projects.beniculturali.it . La scadenza del concorso è il 10 MARZO 2016.

Possono partecipare gli artisti di nazionalità italiana o straniera che operano stabilmente sul territorio italiano, di età compresa tra i 21 anni e i 36 anni -singolarmente o in gruppo- che possono aver svolto la loro formazione presso istituti italiani e stranieri ed esposto preferibilmente in una galleria, centro culturale, fondazione, istituzione museale pubblica o privata verificabile e riconosciuta come tale.

I progetti dovranno essere inediti, il vincitore riceverà un premio di 10mila euro, comprensivo della realizzazione dell’opera\progetto.

Il concorso, promosso dal Polo museale della Campania, è stato reso possibile grazie alla collaborazione e al sostegno del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Direzione generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane, nell’ambito del Piano per l’Arte Contemporanea; con la collaborazione dell’Associazione Amici di Capodimonte; si avvale del sostegno di Italcoat e Seda.

Supporto tecnico- organizzativo di Civita.

Castel Sant’Elmo è uno dei musei associati all’ AMACI – Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani.

La giuria, che sarà nominata dopo la scadenza dei termini di consegna delle domande, sarà composta da storici dell’arte, professori universitari e dell’Accademia di Belle Arti, galleristi, curatori, collezionisti, esperti del settore e rappresentanti di realtà che interagiscono con le giovani generazioni di artisti, oltre che da un rappresentante della Direzione generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane.

E’ prevista, inoltre, l’organizzazione di un evento espositivo finale nel quale sarà presentato il lavoro artistico vincitore, con la possibilità di una mostra dei primi dieci progetti selezionati e un catalogo che documenterà le biografie degli artisti finalisti e i loro lavori. L’opera vincitrice verrà acquisita dal Polo museale della Campania ed entrerà a far parte della collezione permanente di Castel Sant’Elmo. Nel corso delle precedenti edizioni sono state premiate le opere: Anastatica sensibile di Daniela Di Maro – Tempo interiore di Rosy Rox – Le Jardin del collettivo franco-italiano composto da Giulia Beretta, Francesca Borrelli, Francesco Cianciulli, Romain Conduzorgues, Baptiste Furic, Silvia Lacatena, Jule Messau, Carolina Rossi e My dreams, they’ll never surrender di Gian Maria Tosatti.

B.I., A.D.

 

Rubens. Adorazione dei pastori

Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento natalizio con l’arte: le porte di Palazzo Marino a Milano si aprono dal 3 dicembre al 10 gennaio 2016 per ammirare uno dei maestosi capolavori di Pietro Paolo Rubens, una grande pala d’altare che raffigura l’Adorazione dei pastori, riscoperta come opera del pittore fiammingo nel 1927 dal grande storico dell’arte Roberto Longhi, folgorato dalla sua visione nella Chiesa di San Filippo Neri a Fermo e oggi  conservata nella Pinacoteca Civica della città marchigiana.

Un dipinto grandioso che raccoglie la summa poetica di Rubens e che anticipa la nascita del Barocco.

Una occasione preziosa per celebrare le festività natalizie ammirando uno dei capolavori del maestro, e per ripensare ai legami di Milano con le Epifanie cristologiche.

Una grande opera proveniente da una piccola ma importante città, Fermo, a testimonianza delle innumerevoli eccellenze artistiche disseminate nel nostro Paese e molto spesso nelle località meno frequentate.

Patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo e promossa da Comune di Milano, Intesa Sanpaolo – partner istituzionale –  e con il sostegno di la Rinascente, l’iniziativa, organizzata anche quest’anno con la regia di Palazzo Reale, è realizzata insieme alla Città di Fermo – Pinacoteca Civica in collaborazione con le Gallerie d’Italia di Piazza Scala, curata da Anna Lo Bianco e organizzata in collaborazione con Civita.

L’ingresso alla Sala Alessi sarà libero e possibile tutti i giorni: i visitatori saranno ammessi in mostra in gruppi e accolti da storici dell’arte, coordinati da Civita, che faranno da guida nel percorso espositivo.

Il catalogo della mostra è edito da Marsilio.

Sala Alessi – Palazzo Marino

Piazza della Scala 2, Milano

Ingresso libero

Tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 20.00 (ultimo ingresso alle ore 19.30)

Giovedì dalle h. 9.30 alle ore 22.30 (ultimo ingresso alle ore 22.00)

Info 800167619

Ombretta Roverselli

 

Un quartetto vincente

Il fascino della musica da camera è spesso sottovalutato da molti e per questo la bellezza e la raffinatezza dei toni presentati dal Quartetto di Cremona, sabato 21 novembre nell’Aula Magna dell’Università “La Sapienza” di Roma è risultato così intrigante.

Il concerto,  carico di attese che non andranno deluse, inizia con l’esecuzione del Quartetto in fa maggiore op. 18 n. 1 del musicista tedesco,  da subito creava quell’atmosfera così particolare, come solo pochi gruppi da camera riescono a comunicare al pubblico. Sia nell’interpretazione dell’adagio di raro lirismo propriamente beethoveniano, sia nell’”Allegro” conclusivo, l’esecuzione era praticamente perfetta e ammaliava il pubblico presente.

Oggi sappiamo che il Beethoven della prima maturità non era certamente meno ricco musicalmente di quello delle ultime opere.

I pizzicati e le armonie del Quartetto in si bemolle maggiore op. 130 rendevano l’interpretazione dell’“adagio ma non troppo” e della famosa “cavatina” veramente struggente e allo stesso tempo travolgente. La musicalità del gruppo era semmai impreziosita da un consolidato affiatamento che riusciva a far gustare anche quelle sfumature così profonde del Maestro di Bonn.

Si potevano apprezzare la straordinaria duttilità espressiva degli strumentisti ad arco che esprimevano un fraseggio e una tecnica completi. In particolare, ciò veniva evidenziato nei cromatismi del quartetto op. 130 precursore e contemporaneo della letteratura dell’epoca romantica e quindi non compreso in toto al tempo di Beethoven.

I musicisti rendevano  ogni esecuzione sempre brillante e lasciavano il pubblico piacevolmente sorpreso dopo così tante  emozioni che non sempre, purtroppo, si avvertono in tutte le sale da concerto.

I solisti, concludevano la serata proponendo all’ascolto come bis un tempo di un Quartetto di Mozart.

 

Bruno Bertucci

Bostridge, Allegrini e Drake insieme in una prima italiana

Bostridge 1 ridotta Sim Canetty-ClarkeIan Bostridge è uno dei tenori oggi più famosi in tutto il mondo e un interprete di culto del Lied e della musica vocale da camera. Ha cantato nei più importanti teatri e sale da concerto con le più illustri orchestre e i più celebri direttori, ma dà il meglio di sé nella dimensione più raccolta della musica da camera. Con l’inseparabile pianista Julius Drake, da anni suo affiatatissimo collaboratore, è il protagonista del concerto della IUC di sabato 28 novembre alle 17.30 nell’Aula Magna della Sapienza. A loro si unisce Alessio Allegrini, attualmente primo corno solista dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e in precedenza dell’Orchestra della Scala (scelto da Riccardo Muti), della Luzern Festival Orchestra e dell’Orchestra Mozart (scelto da Claudio Abbado, che l’ha voluto anche per l’incisione dei quattro Concerti per corno di Mozart).

Insieme questi tre grandi solisti eseguiranno in prima italiana la versione integrale di The Heart of the Matter di Benjamin Britten il terzo dei suoi cinque Canticles su testi di ispirazione religiosa, scritto nel 1956 su poesie di Edith Sitwell. È un’originale alternanza di parti cantate, parti recitate e brevi interludi strumentali ed è considerato uno dei capolavori di Britten, che rivela qui alcuni aspetti intimi e riservati della sua personale concezione religiosa, raggiungendo momenti di forte emozione.

Bostridge e Drake aprono il concerto con Liederkreis op. 24 di Robert Schumann, uno dei momenti più alti della liederistica romantica. Composto nel 1840, poco prima del matrimonio con Clara, si basa su nove poesie di Heinrich Heine, l’autore preferito dal compositore, che canta qui le speranze, le gioie e anche le sofferenze di un giovane innamorato.

Tenore e pianista eseguono poi Frühlingssehnsucht, Kriegers Ahnung, Ständchen, Abschied di Franz Schubert: nostalgie, serenate, addii sono gli argomenti di questi quattro commoventi Lieder su poesie di Rellstab e Heine, tratti da Schwanengesang, una raccolta scritta nel 1828, l’ultimo anno di vita del compositore. La presenza di Allegrini permette di ascoltare anche Auf dem Storm, anch’esso composto da Schubert nel 1828 su testo di Rellstab. Questo Lied, pur essendo un capolavoro, è molto raramente eseguito proprio perché oltre alla voce e al pianoforte richiede anche l’intervento del corno, che gli conferisce un colore insolito e suggestivo.

Allegrini e Drake da soli eseguono inoltre Adagio e Allegro in la bemolle maggiore op. 70 di Robert Schumann e Lied e Humoreske op. 28 di Leone Sinigaglia, che visse a lungo a Vienna e fu uno dei primi compositori italiani a trascurare il melodramma a favore della musica da concerto, sotto l’influsso di Brahms.

Il concerto fa parte della rassegna “Sapienza in musica” con il sostegno della Regione Lazio.

Venerdì 27 alle 18.00 Ian Bostridge incontra il pubblico presso la libreria La Stanza della Musica (via dei Greci 36) per presentare l’edizione italiana del suo libro “Il Viaggio d’inverno di Schubert. Anatomia di un’ossessione”. Introduce Franco Piperno, professore di musicologia all’Università La Sapienza. Ingresso libero.

 

Mauro Mariani

Wine2wine 2015 a Verona, per la filiera del vino

Formazione, informazione, networking e business sono i driver principali di wine2wine 2015 (Veronafiere, 2-3 dicembre). Dopo l’edizione 0 dello scorso anno il forum dedicato al mondo vino schiera a centro campo le aziende vitivinicole e le figure professionali della filiera enologica export-oriented, proponendo loro workshop e incontri tenuti da illustri figure del mondo business, IT e vino.

Presentato nel 2014 in risposta all’esigenza del settore enologico di avere strumenti per affrontare i cambiamenti di un comparto in continua evoluzione, il forum sul business del vino ideato da Veronafiere-Vinitaly con la collaborazione di Federvini ed Unione Italiana Vini, ha già ampliato i suoi orizzonti, con l’introduzione di una serie di nuove iniziative volte ad aumentare le opportunità di aggiornamento su tutti gli aspetti che coinvolgono il vino, dalla produzione, alla promozione e vendita sui mercati internazionali.

«Dopo l’edizione zero del 2014 che ci è servita per testare la nostra nuova idea di servizio alle imprese – afferma Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –, quest’anno presentiamo wine2wine nel pieno delle sue potenzialità, in linea con l’esigenza di innovare il nostro prodotto fieristico».

Sei le aree tematiche per 26 workshop: marketing e comunicazione, mercato internazionale, normativa e finanza, scenari di mercato, viticoltura e special workshop. L’approccio sarà molto pratico, con un numero di speaker contenuto per evento, così da favorire l’interattività con i partecipanti.

Oltre ai workshop, in calendario altri 16 appuntamenti, tra sessioni di networking per lo scambio di informazioni su mercati, trend e nuove tecnologie ed esperienze, speed dating b2b con buyer selezionati provenienti da Stati Uniti, Germania e Regno Unito e uno speaker’s corner dove poter portare e condividere idee.

Il respiro internazionale dell’evento è garantito dalla presenza di circa un centinaio di relatori altamente qualificati, la maggior parte dei quali provenienti dall’estero. Tra questi Danny Brager, Senior Vice President per gli Stati Uniti dell’area Beverage Alcohol Practice di Nielsen, Levi Dalton, wine-editor per Eater NY e conduttore del podcast ‘I’ll drink to that’, che ha come pubblico privilegiato gli operatori specializzati del mondo del vino negli Usa e con il quale è stata anche realizzata in via sperimentale in vista di Vinitaly 2016 una selezione di buyer, che sono stati invitati a wine2wine.

Quello americano è uno dei mercati focus di questa edizione di wine2wine, approfondito trasversalmente per capire le tendenze di consumo e gli strumenti più adatti di promozione, comunicazione e marketing, per dare tutte le informazioni necessarie a chi deve impostare una strategia aziendale. Gli altri Paesi analizzati quest’anno sono il Canada, la Cina, il Regno Unito, i mercati emergenti dell’Est europeo e la Svezia; l’approfondimento di quest’ultimo mercato, dalla burocrazia particolarmente complicata ma interessantissimo per l’export italiano, vedrà la partecipazione di Erica Landin, curatrice di una rubrica per la più grande rivista vinicola svedese, di Sara Norell, capo del reparto acquisti di Systembolaget, Theresa Breuer, proprietaria della cantina tedesca Weingut Georg Breuer, e Ann Burgaz, fondatrice e amministratore delegato di WineAgency, uno dei più importanti importatori del Paese.

Sul potenziamento e la valorizzazione del brand aziendale sui social media nei vari Paesi interverrà tra gli altri Robert Joseph, fondatore di Wine International e Editor-at-Large di Meningers’s Wine Business International, ma l’approccio al consumatore verrà affrontato anche attraverso le neuroscienze, per capire come la percezione del vino condiziona i modelli di acquisto.

Spunti di riflessione, oltre che indicazioni pratiche verranno dati su aspetti tecnici che l’impresa vitivinicola deve affrontare, dall’Ocm promozione vino al futuro della viticoltura dopo la fine dei diritti di impianto, dalle prospettive per la vinificazione ai materiali innovativi e sostenibili per il wine packaging, dall’enoturismo tra fiscalità, comunicazione e marketing alle prospettive dei vini biodinamici nell’Era del naturale, fino alle competenze richieste a un export manager adeguato alle dinamiche del mercato internazionale. Le migliori figure professionali specializzate nel promuovere e vendere il vino italiano all’estero saranno anche a disposizione delle imprese per colloqui finalizzati alla ricerca di personale nell’innovativo sistema di matching denominato #HireMeVinitaly.

A wine2wine saranno pure presenti gli ambasciatori del Vinitaly International Academy, provenienti da tutto il mondo per costruire una rete di supporto e promozione globale del vino italiano all’estero.

 

Veronafiere

 

Interpretazione originale del grande Barocco

I concerti dell’Aula Magna all’Università la Sapienza in Roma non deludono mai. È il caso dell’esecuzione, sabato 7 novembre, da parte dell’Accademia degli Astrusi, diretta in maniera impeccabile dal M°. Federico Ferri, con la voce inconfondibile e penetrante di Sara Mingardo.

Il barocco di questi tempi non è sempre eseguito in maniera limpida e senza fronzoli. Purtroppo spesso ascoltiamo cattive esecuzioni anche di gruppi blasonati, mentre l’occasione, o per meglio dire l’offerta musicale di questo concerto, ha permesso di apprezzare in toto la valenza dei tre grandi compositori italiani barocchi che sovente vengono dimenticati anche in stagioni importanti.

Il trittico presentato per l’occasione ha invece esaltato al meglio i fraseggi di una musica gradevole all’ascolto e, per questo, immortale.

I brani della musica barocca presentavano in maniera esemplare la duttilità dell’ensemble senza lasciare nulla al caso. Da sottolineare, ad esempio, il primo di questi, un Adagio molto, che presenta un tema dalla dolce e affettuosa melodia.

Proprio Il “Prete Rosso” inaugura il concerto, seguito dalla composizione di Pergolesi, che richiama, senza tema di smentita, il lirismo tipico della Scuola napoletana.

L’orchestra, sotto la bacchetta del maestro Ferri, riusciva a trasmettere una lettura barocco-contemporanea, nell’esecuzione avvincente del brano scelto di Galuppi dove si può rilevare l’embrione delle prime sinfonie di Haydn. In questa composizione, i ripieni orchestrali erano eseguiti in tutta la morbidezza tipica del compositore partenopeo.

Sonorità ammalianti infatti, si confondono con durezze timbriche anche nelle più intime sfumature nel sublime adagio per archi, colori delicati e forti, insomma, un misticismo di sogno ha tenuto dolcezze appese a tremolii d’archi appena percepibili.

Un pomeriggio straordinario e veramente impedibile per l’ascoltatore che ami la buona musica.

 

Bruno Bertucci

 

Giovani in Strada

Dal 26 al 28 novembre, nel padiglione 7 della Fiera, si terrà la 5ª edizione di “Giovani in strada”, l’evento di sicurezza ed educazione stradale organizzato dall’Automobile Club Verona con il patrocinio del Comune di Verona, la collaborazione della Polizia Stradale e in sinergia con Polizia Municipale, Vigili del Fuoco, SUEM 118 e Protezione Civile. L’iniziativa, realizzata quest’anno nell’ambito della manifestazione Job&Orienta, è stata presentata dall’assessore al Tempo libero Alberto Bozza.

Presenti il presidente dell’Automobile Club Verona Adriano Baso con il direttore Riccardo Cuomo, il Comandante della Polizia Stradale Girolamo Lacquaniti, il direttore del SUEM 118 Alberto Schonsberg, l’ispettore dei Vigili del Fuoco Giovanni Giacomo Tinazzi e il vicecommissario della Polizia municipale Damiano Brescia.

“Un’occasione importante – ha detto Bozza – per sensibilizzare e trasmettere ai giovani l’educazione stradale e il rispetto delle regole della strada. La manifestazione Job & Orienta, che quest’anno ospita l’iniziativa, è sen’altro lo spazio più adatto per raggiungere un ampio numero di ragazzi. A nome dell’Amministrazione comunale ringrazio tutte le realtà e gli operatori che con serietà e preparazione saranno presenti in fiera per dare il loro contributo”. L’area riservata a Giovani in Strada 2015 comprenderà dieci stand distinti, ognuno con diverse attività. La Polizia municipale allestirà il percorso dell’etilotest, dove i ragazzi dovranno completare un tratto con degli occhiali speciali che simulano lo stato di ebbrezza; i Vigili del Fuoco mostreranno le manovre di intervento in casi di incidente stradale o di emergenza, mentre il SUEM 118 sarà a disposizione per illustrare le tecniche di rianimazione e di primo soccorso. Saranno presenti simulatori di guida virtuali e un simulatore di ribaltamento, a cura di Aci Verona, alcuni dei mezzi utilizzati quotidianamente dalla Polizia di Stato per la tutela della sicurezza stradale e del rispetto del Codice della Strada, un corner di teaching a cura della Protezione Civile mentre il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti porterà il proprio motorhome per sensibilizzare al comportamento corretto sulla strada. Anche il car sharing di Verona, GirAci, sarà presente con uno stand espositivo. Per le scuole secondarie superiori di città e provincia sono previsti mini percorsi educativi della durata di due ore, durante i quali i ragazzi potranno sperimentare le attività didattiche e pratiche di 5 stand. Tutti i visitatori di Job&Orienta avranno libero accesso all’area e ad ogni singola esperienza. Nel corso della manifestazione, infine, sarà presentato uno spettacolo didattico di trenta minuti realizzato dall’Automobile club in collaborazione con Polizia Stradale, Polizia Municipale, SUEM 118 e Vigili del Fuoco, che condensa video-esperienze di utenti della strada rimasti coinvolti in incidenti, e uno sketch studiato appositamente per sensibilizzare i ragazzi sul tema della prevenzione e della sicurezza stradale.

 

Roberto Bolis

“Enologica”, a Bologna il racconto del vino emiliano romagnolo

“Enologica”, manifestazione promossa per il secondo anno consecutivo da Enoteca Regionale Emilia Romagna e curata da Giorgio Melandri, sceglie nuovamente il cuore dell’Emilia Romagna, Bologna, come palcoscenico ideale per il racconto della straordinaria quanto inedita filiera vitivinicola e agroalimentare di questo territorio. A Palazzo Re Enzo da oggi 21 novembre, fino al 23 si scriverà il nuovo capitolo di un racconto del quale saranno protagonisti oltre 100 tra produttori, consorzi e cantine della regione, che permetteranno ai visitatori di concedersi un ideale “viaggio” lungo la via Emilia, dal riminese fino ai colli piacentini, attraverso i vini simbolo di questa regione: Albana e Sangiovese, Pignoletto, Fortana, Lambrusco, Malvasia e Gutturnio.

Al centro del racconto i vignaioli, i cuochi, il vino e cibo dell’Emilia Romagna, ma soprattutto la sua cultura raccontata quest’anno attraverso i tarocchi, le carte da gioco nate proprio a Bologna alla fine del 1300 da un’idea del Principe Francesco Antelminelli Castracani Fibbia e diventate oggi lo strumento più usato per le divinazioni. Con loro, al centro del racconto, ci saranno il vino e il cibo dell’Emilia Romagna, accompagnati dai testi del curatore Giorgio Melandri, dello storico Andrea Vitali e dai disegni di Francesca Ballarini.

A completare il programma di “Enologica”, un interessante programma di seminari e degustazioni tematiche, “Il Teatro dei Cuochi”, ospitato in alcuni luoghi del centro cittadino e che quest’anno sarà incentrato sulla lavorazione della pasta ripiena, “Genius Loci”, spazio creato per scoprire e conoscere prodotti e materie prime espressione dell’identità e della cultura dell’Emilia Romagna.

Spiega Pierluigi Sciolette, Presidente di Enoteca Regionale Emilia Romagna: «Enoteca Regionale ha scelto, per il secondo anno consecutivo, di mettere a disposizione di Enologica il proprio know how organizzativo, costruito nei tanti anni di gestione del Padiglione Emilia Romagna al Vinitaly, perché crediamo fermamente nell’importanza di questa manifestazione. Come nel 2014, il filo conduttore sarà quello della via Emilia, asse portante della nostra regione, tra storia, cultura, tradizioni e prodotti di qualità, tra cui i suoi vini. Proprio in questi ultimi anni l’Emilia Romagna si sta affermando come una delle regioni più importanti nel panorama enologico italiano e internazionale e siamo certi che la vasta selezione di vini proposta attirerà buyer di livello internazionale, giornalisti, esperti e blogger, ma anche tanti appassionati e consumatori di vino dall’Italia e dall’estero».

«Enologica non è semplicemente un evento, ma un racconto che viaggia sulla via Emilia realizzando una piattaforma narrativa a disposizione della stampa italiana e internazionale – sottolinea il curatore dell’evento, Giorgio Melandri – Quest’anno  abbiamo lavorato sui tarocchi abbinando a ciascuna carta un prodotto enogastronomico della regione con l’obiettivo di un linguaggio, quello delle storie,  il più universale possibile. Siamo un grande inedito italiano, ma abbiamo un potenziale enorme, popolare e straordinario nel quotidiano».

 

Pierluigi Papi