Una sola lirica è stata selezionata dalla Giuria della quindicesima edizione del Premio di poesia “La Leonessa. Città di Brescia” per la sezione dal tema “In attesa di EXPO 2015”: “Cibo per la mente, cibo per la vita”. Ai Poeti era richiesto di scrivere una poesia a tema aperto, intendendo cibo sia quello che ingeriamo per il sostentamento fisico, sia il cibo che nutre la mentre, la poesia stessa ad esempio.
La scelta è caduta sulla poesia più armoniosa e articolata che ha sottolineato simpaticamente una ricetta, senza perdere il ritmo e la cadenza che la rendono gradevole, in grado di soddisfare il palato anche poetico, se non soltanto quello della tavola.
ROSSA ROSA O TREVIGIANO di Lorena Turri
Se vi capita alla mano
del radicchio trevigiano,
bello, fresco e ben screziato
– rosso e panna colorato –
lo potreste anche donare,
per l’amore dichiarare,
come fosse rossa rosa
al moroso o alla morosa.
Ma se invece un tal languore
non vi piglia proprio al cuore,
ma lo stomaco lì sotto
che reclama crudo o cotto,
lo potreste cucinare
come fiore da mangiare.
E pertanto, ben lavato,
va poi in teglia sistemato,
già da prima in due diviso
col coltello ed un sorriso.
Dopo averlo un po’ salato,
se vi piace, anche pepato
e con l’olio buono unto,
ecco, siamo giunti al punto
di dar fuoco al vostro forno
– a duecento o lì d’intorno –
senza mai dimenticare
con dell’acqua d’irrorare.
Aspettar minuti venti
e impiattar, quindi, contenti
a goduria del palato,
il radicchio ben screziato.
(Se il prezzemolo ti piace
e dell’aglio sei seguace
si può sempre insaporire
ma sol prima d’ingerire.
D’olio un filo ancor ci sta
se la dieta non si fa!)