Finalmente l’opera completa dei grandi Maestri veneti dell’incisione settecentesca

Due volumi cartonati di grande formato, veste grafica accuratissima, 980 pagine, 1340 schede di altrettante opere, 1500 immagini con dettagli anche a piena pagina. “La Serenissima nello specchio di rame” è una di quelle opere che nella storia dell’arte si pongono a riferimento assoluto.

I due volumi cartonati, riuniti in un cofanetto, sono opera di Dario Succi, studioso di fama internazionale, specializzato nella pittura e nell’incisione del Settecento veneziano. Ha curato più di venti esposizioni su questo ambito, tra le quali quella, memorabile del 1983 al Correr Da Carlevarijs ai Tiepolo. Incisori veneti e friulani del Settecento.

I due volumi in cofanetto sono stati editi e sono distribuiti da Cecchetto Prior Alto Antiquariato. La tiratura è di mille copie numerate a mano dall’autore e messe in vendita al prezzo di 280 euro.

L’opera, che è frutto di un trentennio di ricerche, colma una lacuna su quello che fu il secolo d’oro di uno straordinario universo di immagini incise, finora non adeguatamente valorizzato perché oggetto di studi frammentari, diluiti in un arco di tempo plurisecolare, dispersi su riviste specializzate e contributi monografici di non facile reperibilità.

I cataloghi ragionati completi di ventidue grandi maestri, incisori d’invenzione (Luca Carlevarijs, Marco Ricci, Michele Marieschi, Antonio Canal detto Canaletto, Bernardo Bellotto, i tre Tiepolo, Jacopo Amigoni, Sebastiano Ricci, Francesco Fontebasso, Alessandro Longhi, Gaetano Zompini, Gianfrancesco Costa, ecc.) sono integrati da una selezione delle serie più significative di dodici fra i migliori incisori di riproduzione (Francesco Bartolozzi, Davide Fossati, Antonio Visentini, Giambattista Brustolon, Giovanni Volpato, Giuliano e Marco Sebastiano Giampiccoli, Dionisio Valesi, Francesco Zuccarelli, Antonio Sandi, Teodoro Viero). Di ogni incisione, accuratamente riprodotta, vengono descritti tutti gli stati conosciuti, precisando le dimensioni, la tecnica esecutiva, la datazione, l’eventuale esistenza di dipinti o disegni corrispondenti. La catalogazione delle stampe (1340 schede, 1500 immagini con dettagli anche a piena pagina, come si è già detto) scorre all’interno di una visione panoramica che consente di seguire la nascita, la straordinaria fioritura, il lento declino di una civiltà espressiva che ha contribuito in maniera determinante, con la larghissima diffusione internazionale, all’esaltazione della gloria di Venezia e della Repubblica Serenissima. I capitoli, ordinati cronologicamente, sono suddivisi seguendo un filo conduttore che valorizza artisti e generi tematici: vedute di Venezia, delle isole lagunari, della Riviera del Brenta, del territorio prealpino, di città italiane ed europee; riproduzioni di dipinti storici, religiosi, allegorici e mitologici; ritratti di artisti, santi e letterati; fantasiose teste di carattere, capricci di paesi e di rovine; le delizie della villeggiatura, le stagioni, i mesi, la caccia in valle, i mestieri ambulanti; le feste dogali,il carnevale e le sagre popolari; la vita in maschera nei caffé, nei palazzi e nei casini.

Strumento prezioso per studiosi, collezionisti, antiquari, questa pubblicazione può coinvolgere tutte le persone sensibili al fascino dell’arte e della storia di Venezia. “La Serenissima nello specchio di rame. Splendore di una civiltà figurativa del Settecento. L’opera completa dei grandi Maestri veneti” volumi cartonati 24 x 30 cm con sovracoperta e cofanetto. 980 pagine totali, 1340 schede, 1500 immagini. A cura di Dario Succi. Editore e distributore: Cecchetto Prior Alto Antiquariato srl (via Chiesa 7 31033 Castelfranco Veneto) http://www.cecchettoprior.com info@cecchettoprior.com.

Tiratura: mille copie numerate, Euro 280,00.

Articolo di S. E.

G.P. Formula 1. Amnesty International teme repressione proteste in Bahrein

Alla vigilia del Gran premio di Formula 1, in programma dal 4 al 6 aprile, Amnesty International ha sollecitato le autorita’ del Bahrein a non stroncare le proteste pacifiche previste in occasione dell’evento sportivo. Negli anni scorsi, le autorita’ hanno adottato dure misure repressive contro coloro che prendevano parte alle manifestazioni per le riforme, gli attivisti che si opponevano alla famiglia reale e i promotori delle campagne per il rispetto dei diritti umani. “Le autorita’ del Bahrein non devono commettere gli errori del passato, limitando la liberta’ di movimento e stroncando le proteste. Il diritto della popolazione del Bahrein a esprimere in modo pacifico la sua opposizione alle politiche governative e la sua preoccupazione per la situazione dei diritti umani e’ legittimo e dev’essere rispettato” – ha dichiarato Said Boumedouha, vicedirettore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. Gli attivisti dell’opposizione che hanno chiesto il boicottaggio del Gran premio sono stati gia’ etichettati dal governo come “traditori”. Si teme che le autorita’ possano prendere a pretesto i recenti scontri e gli atti di terrorismo contro la polizia per imporre ulteriori restrizioni durante il Gran premio, come ad esempio impedire l’uscita dai villaggi e sciogliere violentemente le proteste pacifiche. Durante le precedenti edizioni del Gran premio, ai giornalisti locali e stranieri e’ stato impedito di seguire le proteste e alcuni di essi sono stati espulsi per averlo fatto senza autorizzazione. “Anziche’ continuare a ricorrere a misure di sicurezza nei confronti delle proteste antigovernative, le autorita’ dovrebbero marcare il Gran premio con l’annuncio di misure concrete per affrontare la drammatica situazione dei diritti umani nel paese” – ha affermato Boumedouha. “Tre anni dopo l’inizio della rivolta, abbiamo visto solo cambiamenti di facciata e promesse di riforme non mantenute. Gli arresti arbitrari, la repressione delle manifestazioni e le torture durante la detenzione proseguono senza sosta. Usare il Gran premio per rafforzare l’immagine pubblica del Bahrein e’ poco piu’ di un mero tentativo di nascondere le crescenti violazioni dei diritti umani dietro un evento sportivo internazionale” – ha commentato Boumedouha. Ecco alcuni casi. Salah ‘Abbas Habib, un manifestante di 37 anni, fu ucciso dalle forze di sicurezza il 20 aprile 2012 nel corso di una protesta relativa allo svolgimento del Gran premio di quell’anno. Ai familiari fu impedito per tre giorni di vedere il cadavere. Nel novembre 2013 un agente di polizia e’ stato assolto per mancanza di prove e a causa delle contraddittorie dichiarazioni dei testimoni. Nessun’altra persona e’ sotto inchiesta per l’omicidio di Salah’ Abbas Habib, i cui familiari attendono dunque ancora giustizia. Nel 2013, Nafeesa al-Asfoor e Rayhana al-Mousawi, due attiviste di 31 e 38 anni, sono state arrestate per aver tentato di entrare nel circuito automobilistico del Gran premio per protestare contro la detenzione di attivisti politici. Entrambe sono state accusate di aver progettato atti di terrorismo e di possedere esplosivi. Il processo e’ in corso. Nel settembre 2013, Rayhana al-Mousawi e’ stata condannata a cinque anni, in un altro processo, per i suoi legami con la “Coalizione 14 febbraio”, un movimento giovanile che nel marzo di quest’anno le autorita’ hanno dichiarato organizzazione terrorista. Le due attiviste hanno denunciato di essere state sottoposte a maltrattamenti e torture durante la detenzione e di essere state costrette a firmare “confessioni” che in seguito hanno ritrattato. Amnesty International ha chiesto che sia avviata un’indagine indipendente e approfondita sulle denunce di tortura e che i responsabili siano portati di fronte alla giustizia. Il Gran premio di Formula 1 del 2014 segna anche tre anni dall’arresto di Mahdi ‘Issa Mahdi Abu Dheeb, ex presidente dell’Associazione degli insegnanti del Bahrein. Dopo l’arresto, venne tenuto in isolamento per 64 giorni e torturato anche dopo aver firmato la “confessione”. Amnesty International lo considera prigioniero di coscienza e continua a chiedere il suo rilascio immediato e incondizionato e l’avvio di un’indagine sulle sue denunce di tortura. Numerosi altri attivisti per i diritti umani, tra cui Nabeel Rajab e Abdelhadi Al-Khawaja, e centinaia di prigionieri politici stanno languendo in carcere solo per aver organizzato o invocato manifestazioni contro il governo. “La radicata cultura dell’impunita’ che pervade le forze di sicurezza del Bahrein fa si’ che di volta in volta ai responsabili delle torture e di altre gravi violazioni dei diritti umani venga consentito di farla franca. Invece di affrontare le violazioni dei diritti umani in corso, le autorita’ del Bahrein continuano a cercare il consenso internazionale attraverso eventi come il Gran premio di Formula 1 mentre allo stesso tempo violano clamorosamente i diritti dei loro cittadini” – ha concluso Boumedouha.

Amnesty International Italia

Il recupero del Museo Archeologico presso il Teatro Romano di Verona

L’Amministrazione comunale ha avviato già da tempo, in sinergia con Fondazione Cariverona, un progetto generale di riqualificazione del colle di San Pietro che prevede oltre alla rifunzionalizzazione della ex Caserma da adibire a sede museale, l’inserimento dell’ascensore (ex funicolare) per agevolare la salita al colle, la realizzazione di un parco archeologico e da ultimo la riqualificazione del Museo Archeologico presso il Teatro Romano.

Per tale ultimo intervento ha beneficiato di un contributo regionale di € 3.499.860,00 assegnato ai sensi del Programma Operativo Regionale (POR).

La scelta è stata dettata dalla volontà di uniformare gli interventi nel più ampio e articolato obiettivo di rivitalizzazione e riqualificazione del colle di San Pietro attraverso l’attivazione di una serie di funzioni culturali in sinergia tra pubblico e privato e di azioni complesse per il recupero e l’ammodernamento delle strutture esistenti, tale da rendere il Museo Archeologico al Teatro Romano più competitivo nei confronti di siti internazionalmente noti e meglio attrezzati.

Fondazione CariVerona ha offerto la propria disponibilità a farsi carico della parte restante dei costi dell’intervento (€ 1.199.940,00) a fronte di una spesa complessiva di € 4.999.800,00 e ha designato alla redazione della progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva dell’intervento in argomento, gli stessi professionisti già incaricati del nuovo polo museale a Castel san Pietro, fornendo all’amministrazione il progetto per l’appalto.

L’amministrazione ha integrato il finanziamento per la parte mancante (€300.000,00) e coordinato tutte le conseguenti procedure tecnico-amministrative, ivi compresa la Direzione Lavori.

L’intervento è stato progettato da un gruppo di lavoro cui fanno parte l’arch. Stefano Gris per la componente architettonica, l’ing. Claudio Modena – SM Ingegneria S.r.l. per la componente strutturale, lo Studio Giunone Termotecnici Associati per la componente impiantistica, professionisti tutti coordinati dal responsabile dell’edilizia monumentale del comune. Da citare il contributo del Coordinamento Musei per la risoluzione delle problematiche relative ai percorsi espositivi; la scelta dei temi e delle opere per l’allestimento è a cura di Margherita Bolla.

Il progetto è così articolato:

Palazzo Fontana

L’ingresso del Museo Archeologico al Teatro Romano è situato in “Palazzo Fontana”. L’edificio di origine rinascimentale, a blocco su tre piani (più un piccolo scantinato) dalla classica pianta veneta con saloncino centrale e ambienti laterali, è collocato nella porzione sud-est del settore scenico del Teatro Romano e costituisce l’unico elemento conservato della cortina in fregio al Lungadige demolita tra il 1904 e il 1914.

Il progetto prevede di riqualificare l’intero edificio con l’obiettivo di renderlo accessibile anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria collegando i vari piani mediante l’inserimento di un ascensore e di dotarlo di tutti quei servizi che caratterizzano un museo moderno.

Date le condizioni di conservazione dell’edificio, si rendono necessarie opere di restauro e consolidamento anche in funzione di un miglioramento sismico. Saranno inoltre integralmente rifatte tutte le componenti impiantistiche.

Museo Archeologico – Ex Convento dei Gesuati

Il Museo Archeologico è costituito da un corpo di fabbrica a corte orientato parallelamente all’Adige, articolato verso monte in due cortili a tamponamento del terrazzo intagliato nel tufo. Edificato sui ruderi del Teatro Romano di cui rettifica la porzione centrale della cavea, si sviluppa su sei livelli inglobando anche la retrostante intercapedine romana scavata a tutta altezza (18 metri) a protezione dell’impianto.

In sezione i livelli si dilatano progressivamente salendo di quota occupando, via via, superfici sempre più consistenti dell’invaso conico del colle. Al quarto livello l’impianto è conventuale e si articola attorno al Chiostro che da un lato confina con la Chiesa, dall’altro con il Refettorio. Oltre, verso est, il convento è oggi di proprietà privata.

Gli interventi previsti consistono sostanzialmente:

– Sostituzione dell’attuale ascensore con arrivo alla quota del quinto livello (piano superiore del Chiostro, oggi non servita) e partenza dalla quota della precinzione superiore dell’antico Teatro.

–   al quarto livello la realizzazione di un nuovo pianerottolo di sbarco dell’ascensore, della chiusura della piccola corte a est con una copertura leggera in vetro, delle nuove strutture di allestimento e la realizzazione dei necessari servizi igienici (ad oggi non esistenti al piano) in corrispondenza di alcuni ambienti del Chiostro in precedenza adibiti a laboratori fotografico e di manutenzione reperti;

–   ristrutturazione e allestimento del quinto livello del Chiostro al fine di aumentare considerevolmente la superficie espositiva del museo;

–   risistemazione del sesto livello – che ospita gli uffici del personale – per dare superficie ai laboratori scientifici (fotografico e di manutenzione reperti).

Completate le installazioni dei ponteggi e dei mezzi di movimentazione, sono ora in corso le demolizioni, i consolidamenti puntuali delle parti murarie oltreché il restauro degli intonaci e dei paramenti in pietra.

La data prevista per la conclusione dei lavori è il 2 gennaio 2015.

Il Rup dell’intervento è l’ing. Sergio Menon – Dirigente del Coordinamento Edilizia Monumentale.

La Direzione Lavori è affidata dall’arch. Costanzo Tovo – Dirigente del Coordinamento Progettazione dell’Area Lavori Pubblici del Comune di Verona.

Ecco i vincitori del concorso enologico Vinitaly

Con 73 medaglie assegnate, su quasi 3.000 vini iscritti ufficialmente in gara, si è chiuso ieri sera il 21° Concorso Enologico Internazionale di Vinitaly svoltosi alla Fiera di Verona dal 27 al 31 marzo, che si conferma così tra le competizioni più selettive e autorevoli al mondo.

A conquistare il massimo riconoscimento del 21° Concorso Enologico Internazionale con il Premio Gran Vinitaly 2014, la Cavit S.C. di Trento che ha ottenuto il maggior punteggio con due medaglie conseguite in gruppi diversi.

Vini tranquilli, vini frizzanti e vini spumanti sono le tre categorie di classificazione dei quasi 3.000 campioni arrivati da 30 Paesi, anonimizzati prima della competizione, e sottoposti al vaglio delle 21 commissioni di valutazione, presiedute da Giuseppe Martelli, Direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato nazionale Vini del Ministero dell’agricoltura.

15 le sessioni di lavoro per oltre 40 ore complessive di esaminazione che ha debuttato in formato digitale; una novità assoluta ed un importante investimento tecnologico voluti da Veronafiere e da Assoenologi che non trovano riscontro in altre grandi analoghe competizioni internazionali.

Per Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere «la competizione rappresenta per le aziende che vi partecipano una importante leva per il marketing, non solo per le vincitrici di medaglie, meno del 3% sul totale dei campioni in assaggio, ma anche per quelle che hanno ottenuto la Gran Menzione. La prossimità di data del Concorso al Vinitaly favorisce, inoltre, la conoscenza dei vini premiati da parte degli operatori professionali provenienti da oltre 120 Paesi che saranno presenti alla manifestazione».

I vini premiati dal 21° Concorso Enologico potranno fregiarsi di una speciale etichetta identificativa.

Il Concorso Enologico Internazionale è organizzato da Veronafiere con il patrocinio della Commissione dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, dell’Union Internationale des Oenologues, nonché dei Ministeri delle Politiche agricole alimentari e forestali e dello Sviluppo Economico.

RISULTATI DEL 21° CONCORSO ENOLOGICO INTERNAZIONALE

Sono stati assegnati complessivamente:

715 diplomi di “Gran Menzione”

17 Gran Medaglie d’Oro

16 Medaglie d’Oro

18 Medaglie d’Argento

22 Medaglie di Bronzo

Il Premio speciale “Gran Vinitaly 2014”: Cavit S.C. – Trento (Italia), che ha ottenuto il maggior punteggio in base a due medaglie conseguite in gruppi diversi.

Il premio speciale “Vinitaly Nazione 2014”, attribuito al produttore di ogni Paese che ha ottenuto il maggior punteggio calcolato dalla somma delle valutazioni riferite ai migliori tre vini insigniti del diploma di “Gran Menzione”, è stato attribuito alle seguenti aziende:

  • Divino Nordheim Thüngersheim EG – Nordheim-Bayern (Germania)
  • Cantine Due Palme Soc. Coop. Agricola – Cellino San Marco (BR) (Italia)
  • Murfatlar Romania S.A. – Murfatlar (Romania)

Il Premio speciale “Denominazione di Origine 2014”, assegnato al vino di ogni denominazione di origine italiana che in assoluto ha conseguito il miglior punteggio (a condizione che per ogni denominazione di origine abbiano partecipato almeno 40 campioni), è stato attribuito a:

  • Amarone della Valpolicella Doc “Campo dei Gigli” 2008 Società Agricola Tenuta Sant’Antonio – Colognola ai Colli (VR)
  • Gutturnio Doc Riserva “Duca di Ferro Mont’Arquato” 2010 Casabella – Ziano Piacentino (PC)
  • Montepulciano d’Abruzzo Dop “Murelle” 2012 Cantina Miglianico Soc. Coop. Agr. – Miglianico (CH)
  • Prosecco Doc Treviso Frizzante 2013 Antonio Facchin & Figli S.S. Soc. Agr. – San Polo di Piave (TV)
  • Trentino Doc Vin Santo ʺArèleʺ 2000 Cavit S.C. – Trento
  • Valdobbiadene Prosecco Docg Superiore Spumante Dry “Paradiso” 2013 Cà Salina di Bortolin Gregorio – Valdobbiadene (TV)

Il premio “Banca Popolare di Verona” è stato assegnato al vino Colli Piacentini Doc Malvasia Passito “Sensazioni D’inverno – le Virtù del Poggio” 2011 della Società Agricola Terzoni Claudio S.r.l. – Vernasca (PC)per aver conseguito il miglior punteggio fra tutti i vini veneti, o emiliano romagnoli, o trentini o friulani di tutte le categorie previste dal regolamento del 21° Concorso Enologico Internazionale. Elenco completo sul sito ufficiale.

 

Articolo di Veronafiere