Il Quartetto Brodsky ha avuto esperienze e stimolanti collaborazioni anche con celebrità dell’universo pop e rock, come Björk, Elvis Costello, David Brubeck e Paul McCartney, ma è sostanzialmente un gruppo classico e in particolare è considerato uno specialista dei quartetti di Dmitrij Šostakovič, che ha eseguito in tutto il mondo e di cui ora presenta una significativa scelta anche a Roma, in un ciclo di due concerti intitolato “Intorno a Šostakoviĉ“, per la IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti, che inizia martedì 28 gennaio, alle ore 20.30, nell’Aula Magna della Sapienza in Piazzale Aldo Moro, 5 (il secondo appuntamento sarà il 25 febbraio). Il concerto sarà registrato da Rai Radio3 per future trasmissioni.
Il programma prevede l’esecuzione di questi brani:
Haydn Quartetto in do maggiore op. 33 n. 3
Šostakoviĉ Quartetto n. 8 in do minore op. 110
Šostakoviĉ Quartetto n. 3 in fa maggiore op. 73
Il Quartetto Brodsky è stato fondato a Manchester nel 1972 da quattro musicisti britannici, che hanno scelto d’intitolarsi ad Adoplh Brodsky, grande violinista russo dell’Ottocento: evidentemente avevano fin dall’inizio un particolare interesse per la musica russa, che si è riversato in numerose esecuzioni in tutto il mondo dell’opera completa per quartetto di Čajkovskij e Šostakovič, oltre alle “integrali” di Beethoven, Schubert e vari altri autori, soprattutto moderni e contemporanei, come Zemlinsky, Schoenberg, Bartok, Webern e Britten. Ha ricevuto il prestigioso Royal Philharmonic Society Award e le sue incisoni sono state premiate con il “Diapason D’Or” e lo “Choc du Monde de la Musique”.
In quarant’anni di carriera ha eseguito oltre 3000 concerti presso i più importanti centri musicali di Europa, Nord e Sud America, Asia, Sud Africa, e Australia e ha pubblicato più di 60 registrazioni discografiche. Nel tempo due degli elementi del quartetto sono cambiati, ma è rimasta immutata la loro passione di abbracciare tutta la buona musica senza esclusioni. Una passione che li porta a fare esperienze sempre nuove e mantiene intatto il loro entusiasmo, rendendo il loro approccio alla musica fresco e ricco di energia. Come ha scritto la rivista Gramophone nel 2012, “ciò che colpisce nelle esecuzioni del Brodsky Quartet è il loro amore traboccante per la musica”.
Il concerto alla Sapienza inizia con Joseph Haydn, che è considerato l’iniziatore del quartetto classico e un riferimento imprescindibile per tutti coloro che si dedicano a quello che è tuttora considerato il genere più alto e nobile della musica da camera. Del compositore austriaco è stato scelto, non a caso, il Quartetto in do maggiore op. 33 n. 3 del 1781, che fa parte di sei quartetti – noti come “russi” in quanto dedicati al gran duca Paolo di Russia – che costituiscono il punto di svolta nella storia del quartetto e possono essere definiti i primi quartetti “perfetti” nel senso classico del termine.
Seguono il Quartetto n. 8 in do minore op. 110 (dedicato alle vittime del fascismo) e il Quartetto n. 3 in fa maggiore op. 73, due dei quindici lavori di questo genere di Dmitrij Šostakovič, che costituiscono uno dei cicli musicali più importanti della musica del ventesimo secolo e coprono un periodo storico che va dagli anni più cupi dello stalinismo alla seconda guerra mondiale, alla guerra fredda e ai primi segni di disgelo. Furono scritti tra il 1938 e il 1974 e rappresentarono per il compositore un’oasi appartata, che lo metteva al riparo dalle condanne e dai diktat del regime sovietico, perché questo tipo di musica riservata a un pubblico di appassionati era meno sorvegliato dalla censura che le opere e le sinfonie destinata a un pubblico vastissimo. Nei quartetti si riversò dunque senza inibizioni il mondo espressivo del compositore russo, che alterna e mescola la satira graffiante e il pessimismo senza speranza, la vitalità scatenata e la meditazione lirica.
Mauro Mariani