Silice e Fuoco. L’arte del vetro a Villa Carlotta

È l’incontro di più personalità creative e artistiche quello a cui il pubblico di Villa Carlotta, tra i più rinomati musei e giardini botanici d’Italia, sul Lago di Como, potrà assistere fino al 2 agosto in occasione della mostra “Microcosmo di vetro”. Un percorso espositivo che è un inno alla natura della villa con opere del maestro Mauro Puccitelli e i gioelli di Silvia Rutolo.

Baco_SilviaRutoloE se Patrick Süskind  ammoniva nel suo capolavoro Il Profumo, che  “colui che domina gli odori, domina il cuore degli uomini”, è l’attenta regia della fragrance designer genovese Caterina Roncati ad affiancare alle opere in mostra, proprio il fascino dell’olfatto.

Fiori, frutti, foglie e mondo animale: piccoli capolavori di vetro che creano un suggestivo giardino di cristallo con un unico comune denominatore: la lavorazione a lume del vetro. L’antica tecnica che permette di modellare il materiale dopo averlo fuso con una fiamma è scelta da Puccitelli e Rutolo come mezzo privilegiato per le loro creazioni. E il formato è mignon.

Coleotteri, salamandre, farfalle, libellule persino ragni. Sono questi mondi infinitamente piccoli, gli elementi cardine di ogni creazione di Puccitelli, fil rouge di una poetica dalle radici antiche: la sua infanzia, il suo paese di origine nell’entroterra marchigiano e le colline circostanti.

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Grande osservatore e amante del mondo naturale, Puccitelli è capace di cogliere nei suoi capolavori l‘anima stessa del mondo vegetale e animale, unendo rigore scientifico e forza inventiva. E se all’inizio della sua carriera il mezzo espressivo privilegiato è la pittura, è con il vetro che l’artista trova la sua perfetta dimensione (creativa e non) riuscendo a dare spazialità, cromatismo e trasparenza alla sua immaginazione.

Una passione, quella per il vetro, ereditata dai suoi maestri Pino Signoretto e Vittorio Costantini. Una dedizione totale, fatta di grande perizia tecnica, che insieme alla potenza espressiva, hanno determinato il suo successo. La sua fiamma, infatti, gli permette di lavorare oggetti piccolissimi per la cui rappresentazione scientifica è stato necessario negli anni un lungo lavoro. Mesi di studi, quotidiane ed innumerevoli prove (anche cinquanta al giorno) che gli hanno permesso, oggi, di raggiungere la perfezione.

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I suoi animali mignon, sono in mostra a Villa Carlotta, diventano veri e propri pezzi unici, microcosmi di vetro che raccontano il mondo della natura.

La cifra stilistica del “molto piccolo”, è la stessa che si ritrova nei lavori di Silvia Rutolo. Pezzi unici, plasmati dal fuoco di una fiamma che arriva fino a 900 gradi e che portano nel loro DNA creatività e artigianalità.

Sono Le Ginevrine, la sua nuova linea di monili: cammei dai colori pastello ottenuti con la tecnica freeze and fuse, base su stampo siliconico, impasto di polvere di vetro, acqua e colore, e “micro universi naturali” dalle origini antiche che prendono forma su una superficie ridotta.

Già diffusi in età ellenistica, i cammei hanno infatti conosciuto grande vitalità nell’epoca della Roma Imperiale e del Rinascimento fino a raggiungere estremo successo nell’Inghilterra di Elisabetta I e Vittoria. Hanno poi riscoperto una popolarità tutta contemporanea grazie ai grandi nomi della moda – Dolce&Gabbana, Miu Miu e Lanvin  primi fra tutti – che li hanno rivisitati donando nuova allure e fama.

E se un tempo questi gioelli racchiudevano nella loro esigua superficie la rappresentazione di usanze o personaggi, con Silvia Rutolo prendono spazio e forma fiori e farfalle immaginarie. E il cammeo diventa green.

A completare l’esposizione, la  linea di  ‘gioielli sensoriali’, Baco. Collane e  orecchini che ricordano per fattezze il bozzolo del baco da seta, eleganti “gusci di vetro” che racchiudono tessuto imbevuto di particolari fragranze – tuberosa, fico, vaniglia bianca, mora e  muschio, gelsomino, talco, acqua di panna, violetta, rosa – rilasciate da impercettibili microfori.   Creazioni che seducono trasmettendo un’autentica “joie de vivre” che è il leitmotiv di  “Perlarte”, il brand di gioielli della designer.

Ginevrina3Una costante, quella del profumo, che si ritrova nel percorso sensoriale di Caterina Roncati articolato in tre diverse “tappe”, Note di Testa, di Cuore e di Fondo.

Nella prima “stazione”, accanto ai profumi dell’arancio e del limone convive infatti l’elisir del galbano. Estratto da una pianta originaria dell’Asia, si contraddistingue per l’aroma fresco terroso e legnoso. Il suo utilizzo risale al 1945, quando per la prima volta viene usato nel  noto profumo Vent Vert di Balmain.

E’ lo ylang ylang, il fiore di tutti i fiori,  originario delle filippine, e famoso per essere stato scelto nel 1921 per la produzione dello storico Chanel N°5, che crea l’unicità della seconda stazione accanto alla rosa e al mughetto.

Dona particolarità alla terza e ultima tappa l’accordo fougère, una vera e propria “struttura olfattiva” caratterizzata – tra gli altri – da lavanda, geranio, vetiver e muschio di quercia. Un percorso che è una vera e propria suggestione sensoriale che ricrea all’interno della villa l’intensità olfattiva del parco.

Durante tutto il periodo della mostra, Silvia Rutolo propone al pubblico suggestive dimostrazioni della lavorazione del “vetro a lume”.

Il 21 e il 26 luglio dalle 16.00 alle 17.30, Villa Carlotta organizza laboratori “Crea il tuo gioiello” che daranno la possibilità a grandi e piccini di imparare a creare uno splendido monile.

Per prenotare i laboratori:  segreteria@villacarlotta.it oppure tel. 0344 40405

Antonella Maia

La scuola del Perugino bussa alle porte di Villa Carlotta

3.Foto_QuadroIntero_LLDGli elementi compositivi ci sono tutti e lo Spettrometro Bruker Alpha ne ha confermato l’autenticità grazie ai propri sofisticati mezzi: la “Madonna con Bambino e San Giovannino” ritrovata nelle collezioni di Villa Carlotta, Museo e Giardino Botanico sul Lago di Como, è un capolavoro della Scuola del Perugino del XVI sec. L’opera, che farà parte delle collezioni permanenti della Villa, rimarrà in mostra fino all’8 novembre.

Un’esposizione che mixa l’antico con la tecnologia. Infatti a compendio dell’antica tavola esposta saranno messi a disposizione del pubblico dei tablet che permetteranno di “esplorare” virtualmente il dipinto. Un morphing permetterà di comprendere le somiglianze tra l’opera recuperata dalla dimora tremezzina e le altre Madonne del maestro fiorentino mentre i più piccoli potranno interagire con il quadro eseguendo un restauro virtuale, passando il dito sull’immagine riprodotta e pulendo la zona toccata.

In particolare, l’allestimento sarà arricchito da una riproduzione 3D dell’opera che permetterà anche alle persone non vendenti di apprezzarne la bellezza.

Ma la vista non sarà l’unico senso coinvolto per apprezzare l’armonia dell’antica tavola. Infatti Villa Carlotta, in collaborazione con la profumeria del Castello di Genova, da luglio proporrà per i propri ospiti anche un percorso sensoriale fatto di profumi ed essenze che sono le stesse in voga al momento dell’esecuzione del quadro.

Un viaggio nei colori, nella sensualità e delicatezza delle forme ma anche nelle antiche fragranze dimenticate per apprezzare un’opera che è pura poesia visiva e patrimonio culturale tutto da scoprire. E Villa Carlotta non è solo protagonista della scoperta ma anche deus ex machina della complessa operazione di recupero.

Il dipinto su tavola, a lungo stimato come una copia di fine Ottocento della Scuola del Perugino, si avvale oggi della nuova datazione grazie a un accurato lavoro di pulitura a cura di Paolo Aquilini – restauratore interno della dimora tremezzina – e dello studio milanese di Barbara Ferriani e alla successiva analisi dei pigmenti color blu del quadro. Il lavoro è stato affidato dall’antica Dimora al Laboratorio di Ricerca di Chimica Analitica dell’Università degli Studi dell’Insurbia. Un team di professionisti, grazie all’utilizzo dell’innovativa tecnica della Spettroscopia Infrarossa in Riflessione Esterna – procedimento che permette l’analisi senza prelievi di campioni dall’opera – ha confermato la veridicità della datazione per la parte inerente al mantello della Madonna.

Oltre alle prove scientifiche, accreditano la scoperta anche lo stile e la tavolozza dell’opera. Sono molte, infatti, le “assonanze visive” tra la “Madonna con Bambino e San Giovannino” e le tele cinquecentesche, a partire dal classico schema compositivo a tre dove la raffigurazione della Madonna, Gesù e San Giovannino ripropone un canovaccio progettuale tipico della pittura tra il XV e XVI secolo e creano un link immediato a quella del Perugino. Un rapporto che è confermato anche dalla fisionomia di Maria, dall’aspetto aggraziato di Gesù e San Giovannino, dall’equilibrio della posa e della composizione e suggellato ulteriormente dalle cromie nitide e dalla luce tersa.

“Il ritrovamento del dipinto che va ad arricchire le nostre collezioni d’arte permanete ci riempie di emozione – annuncia Serena Bertolucci, Direttrice di Villa Carlotta – Un capolavoro ritrovato, un contributo alla Bellezza che da sempre la nostra cultura sa esprimere e che diventerà patrimonio del mondo”.

Una scoperta, quella di Villa Carlotta, che racchiude anche una sfida. Infatti se la datazione è certa, il nome dell’autore rimane ancora sconosciuto. E bisogna cercarlo tra gli allievi e i seguaci del Perugino. Chi sarà? Come trovarlo tra i numerosi assistenti del Maestro fiorentino? Chi, tra i pittori delle sue botteghe, è l’artista? Quesiti che rendono l’opera misteriosa e affascinante. Tappa obbligata da visitare.

Villa Carlotta è una dimora del tardo ‘600 situata a Tremezzo, sul Lago di Como. È un luogo dove capolavori della natura e dell’ingegno artistico convivono in perfetta armonia in oltre 70 mila metri quadri visitabili tra giardini e strutture museali. Favorito dall’eccezionale fertilità del suolo, il parco di Villa Carlotta è celeberrimo per la stupefacente fioritura primaverile dei rododendri e delle azalee in oltre 150 varietà. In realtà ogni periodo dell’anno è adatto per una visita. In un itinerario tra antichi esemplari di camelie, cedri e sequoie secolari, platani immensi e essenze esotiche si susseguono infatti sorprendenti incontri: il giardino roccioso, la valle delle felci, il bosco dei rododendri, il giardino dei bambù, il museo degli attrezzi agricoli e straordinari scorci che ben giustificano la fama di questo luogo, fin dall’Ottocento considerato “un angolo di paradiso”.

Meta privilegiata di visitatori provenienti da tutto il mondo per ammirare il suo patrimonio floreale e artistico che annovera opere da Antonio Canova a Francesco Hayez, la Villa è anche membro dei più prestigiosi circuiti artistici e botanici d’Italia: circuito dei Grandi Giardini Italiani, Rete degli Orti Botanici della Lombardia, Rete Museale dell’800 lombardo ( insieme a prestigiose istituzioni quali la Pinacoteca di Brera e la Galleria d’Arte Moderna di Milano),circuito delle case-museo della Lombardia.

Villa Carlotta gestita da un Ente Morale dal 1927, destina tutti gli introiti derivanti dai biglietti di ingresso “esclusivamente” ad opere di miglioramento della villa stessa e del suo parco botanico, demanio dello stato.

Antonella Maia