Un interessante libro da regalare e regalarsi per ogni occasione, ma senz’altro come dono per le imminenti festività di fine anno, questo scritto da Elisabetta Castiglioni con il taglio della ricerca universitaria, ma con la passione di chi ha davvero a cuore l’approfondimento di una figura del recente passato che ha creato la televisione italiana, formando menti, ipotesi, metodologie, donando sorrisi, risate e anche molto materiale di studio e lavoro. Tutto in un libro edito da Iacobelli Editore, corredato da fotografie, una ricca bibliografia su Rascel, con l’elenco dei suoi scritti, canzoni, spettacoli, partecipazioni radio e televisive, premi ricevuti, teatro e pubblicità che Renato Rascel ha realizzato in tanti anni di attività.
Molto interessante è lo studio che la Castiglioni ha condotto, anche con interviste a Giuditta Saltarini, sua moglie dal 1980 al 1991, anno in cui l’attore, nato a Torino il 27 aprile 1910, ha lasciato le scene della vita. Cosa ricordare di Renato Rascel, al secolo Renato Ranucci? I suoi personaggi? Un po’ macchietta, un po’ parodia della televisione e quindi della vita, un po’ colto modo di ricordare e trasmettere i grandi personaggi al pubblico, di Rascel si ricordano in modo particolare le pubblicità spassose ma assolutamente basate su studio, su quelle storielle che erano caratteristica delle pubblicità dell’inizio della televisione italiana. Così come degli sketch celeberrimi che portano a quei ritmi che, per chi ha avuto la fortuna di viverli, ha nelle corde della propria esistenza: “E’ arrivata la bufera, è arrivato il temporale…”, il bersagliere e il cantante di “Arrivederci Roma”, il suo essere ballerino e saper ridere di se stesso (e quindi di tutti noi, assieme a tutti noi) per le sue caratteristiche fisiche che lo rendevano grande e grandioso, malgrado la statura non deponesse per questo. E a ridosso della notte dei morti viventi, come non ricordare “Tempi duri per i vampiri” del 1959? E così anche tutti quei nomi che della televisione e/o del cinema italiano sono le fondamenta: Mike Bongiorno, Sylva Koscina, Gina Lollobrigida, Gianni Agus, Wanda Osiris, Totò, Silvana Pampanini, Primo Carnera, Alberto Lattuada, Lauretta Masiero per citarne solo alcuni, accanto a Marlene Dietrich o Kirk Douglas sulla scena internazionale. Un grande “piccoletto”, la cui grandezza andava proprio scritta e spiegata passo passo, come in questo lavoro tratto dalla tesi di dottorato “Renato Rascel. Il comico in trasformazione” discussa all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” nel 2000 da Elisabetta Castiglioni. È importante nella storia, piccola e quindi anche quella grande, lasciare parlare i protagonisti, senza aggiungere troppi punti di vista propri, per non discostarci troppo da quella verità che si andava costruendo giorno dopo giorno in un tempo fantastico in cui era facile e possibile costruire tutto, anche senza avere punti di riferimento se non la propria intelligenza e il proprio acume. Così “Padre Brown”, forse un progetto un po’ raffazzonato sulla carta, si tramuta in un successo clamoroso grazie alla capacità di recitare con il sé interiore che diventava apporto all’immaginazione comune e rendendo, pertanto, il personaggio di turno parte di ciascuno e impersonato da ciascuno nella semplicità di un attore come Rascel che era tanto semplice da diventare maestro. Insomma, un libro tutto da leggere e da studiare, riassaporando il piacere delle piccole cose, anche di “pessimo gusto” come diceva il poeta, ma proprie, che permettono di riflettere e di imparare ad essere maestri di se stessi e accompagnandosi per mano per le strade della vita un po’ tortuose, un po’ rettilinee, che la risata del Rascel della nostra Elisabetta sa ancora oggi costeggiare di fiori.
Da leggere.
Elisabetta Castiglioni: “Renato Rascel. Un protagonista dello spettacolo del Novecento”, Iacobelli Editore, Guidonia (Roma), 2022, pagg. 434, euro 19,80.
Alessia Biasiolo