“I colori dell’Urbe” di Asmone a Marino

Il Museo Civico Umberto Mastroianni di Marino -RM- (Largo Jacopa de’ Settesoli) presenta dal 18 gennaio al 2 febbraio 2025 la mostra dell’artista Domenico Asmone dal titolo I colori dell’Urbe, curata da Gianni Garrera, organizzata da Colonna Arte Contemporanea con il patrocinio del Museo della Permanente di Milano.

Da sempre eclettico nello stile e nel linguaggio, nato a Bologna nel 1963 ma trasferitosi sin da bambino a Pistoia dove tutt’oggi vive e lavora, da diversi anni Domenico Asmone si dedica alla rappresentazione cromatica dei luoghi e delle città italiane attraverso una pittura intensa, istintuale e riflessiva allo stesso tempo, dove il colore diventa il linguaggio principale per interpretare e trasformare la realtà.

La nuova mostra, dedicata alla “città eterna” spinge lo sguardo ad andare oltre l’apparenza del paesaggio urbano, a cogliere l’anima della città attraverso la sua interpretazione cromatica, medium con il quale l’artista si relaziona con il mondo esterno.

Convinto che la pittura sia uno specchio che riflette ogni volta il mondo, Asmone esplora il caleidoscopio dei riflessi urbani, compiendo un’astrazione che, pur mantenendo un legame con la realtà, trascende l’ordinario: ogni opera è una sintesi di colori, di forme e di segni che vivono di vita propria, conferendo al dipinto una realtà che va oltre il semplice visibile, rendendo ogni quadro un’esperienza unica e irripetibile.

Nella mostra I colori dell’Urbe, Roma viene osservata e reinterpretata attraverso gli occhi dell’artista, che fonde visioni perdute nel tempo e attuali prospettive virtuali, con un uso di gradienti cromatici che accentuano l’emotività del suo sguardo. I colori eterni e inconfutabili della storia romana sono esplorati in una visione ossimorica, nei toni di gradazioni spontanee che traducono un’intensa lettura emozionale.

Il paesaggio notturno su Trinità dei Monti si esprime attraverso il contrasto irrazionale tra il profondo Blu di Prussia del cielo e il giallo di cadmio, arricchito da tocchi di arancio e ocra che illuminano il paesaggio monumentale, spingendo oltre la luce e il sentimento convenzionali. La vista panoramica notturna sulla Basilica di San Pietro è caratterizzata da sfumature di verde cinabro, accompagnate da rossi carminio e rosa antico, su uno sfondo di violetto cobalto che dissolvono i contorni, facendo prevalere il sogno notturno. Il Colosseo, rappresentato in verde e rosa, esplode in un contrasto vibrante di luci e ombre, evocando la storia e il sudore di un passato immersivo, mentre sullo sfondo della Roma moderna si staglia una macchia indistinta, simbolo della spersonalizzazione del presente.

Il lavoro di Domenico Asmone non prescinde mai dalla realtà: ogni paesaggio, ogni monumento, ogni scorcio cittadino è sempre filtrato attraverso il suo sguardo, che ne esprime l’essenza cromatica e l’emotività più profonda. Le sue vedute non sono mai semplici riproduzioni, ma interpretazioni che vivono attraverso una sovrabbondanza estetica e una continua tensione tra la bellezza e l’autonomia del colore.

La pittura di Asmone invita l’osservatore ad addentrarsi nei dettagli della sua pittura, nei fitti diagrammi di colore che danno vita alla visione. I suoi dipinti sono caratterizzati da una struttura cromatica precisa, dove i segni, i punti e le macchie di colore si intersecano senza mai dissolversi completamente, creando una tessitura che sfida la rappresentazione tradizionale. I colori, pur nella loro intensità, non si mescolano mai totalmente, ma restano distinti, dando vita a una superficie ricca e vibrante.

Per lui i colori non sono una mera imitazione della realtà, ma verità indipendenti, espressioni della propria purezza, e il suo lavoro non è solo una rappresentazione del mondo, ma una riflessione profonda su come il colore può trasfigurare la realtà e rivelarne l’essenza nascosta.

Apertura sabato e domenica: 10-12.30; 16.30-19.

De Angelis (anche per le fotografie)

Domenico Asmone “Milano e i suoi colori”

La Fondazione Luciana Matalon di Milano (Foro Buonaparte 67) in collaborazione con Colonna Arte Contemporanea di Appiano Gentile (CO) inaugura il nuovo anno con la mostra dell’artista toscano Domenico Asmone dal titolo “Milano e i suoi colori”, in programma dal 18 al 28 gennaio 2023 (da martedì a sabato: 10-13; 14-19, ingresso libero) e dedicata interamente al capoluogo lombardo.

Eclettico nello stile e nel linguaggio, nato a Bologna nel 1963 ma trasferitosi sin da bambino a Pistoia dove tutt’oggi vive e lavora, Domenico Asmone ha iniziato a dipingere negli anni Ottanta partendo da un figurativo ragionato e oggettivo, dalle forme delineate e leggibili, per poi avvicinarsi all’informale per un’arte più istintuale e soggettiva caratterizzata dal colore e dalla luce, i due elementi che maggiormente definiscono le sue opere.

Con la sua nuova mostra dedicata Milano e ai suoi colori, Domenico Asmone torna a una pittura figurativa basata su un sottile gioco di bilanciamenti e contrappesi e sull’uso intenso del colore.

Il risultato è sempre una produzione fortemente materica, ricca e densa, dove tuttavia il soggetto dell’opera è in perfetto equilibrio con il senso dello spazio e la capacità dell’artista di amalgamare i colori; un doppio dettaglio di grande importanza, perché proprio nella capacità di accostare i colori chiari con quelli scuri, gli spazi pieni con quelli vuoti, la luce con il buio, il soggetto del quadro prende vita.

Alla Fondazione Luciana Matalon di Milano sono esposte oltre 30 opere tra dipinti ad olio e lavori in ceramica smaltata, tutte realizzate nell’ultimo anno, in decisa dialettica con il suo recente passato.

Tuttavia, come sottolinea lo stesso Domenico Asmone, non si tratta solamente di una proposta di sensazioni ed emozioni attraverso le sintesi cromatiche a lui care, ma di una pittura in linea con la sua ricerca ventennale sullo studio del colore, in pittura e scultura: “Ho pensato che l’unico modo per riuscire nell’intento di segnare un proseguimento in questa mia ricerca nel rispetto del tema dato fosse quello di andare dritto verso una particolare figurazione. Una figurazione che fosse comunque conseguenza ed evoluzione del mio percorso e non un ritorno alle origini. Un gioco di emozioni visive, di creazioni estetiche, un vedo-non vedo che lasciasse ampio spazio alla materia cromatica e alla struttura compositiva caratteristiche della mia produzione recente”.

Le nuove opere di Asmone evidenziano come in lui vi sia la consapevolezza che saper dipingere non può prescindere dal saper disegnare: i lavori in mostra a Milano, che prendono spunto da un’immagine fotografica, ovvero da un dato reale, hanno nel disegno il punto di partenza, dove segni essenziali a carboncino o con pennello delineano l’idea di quello che sarà il soggetto con una particolare cura alla composizione, alle proporzioni e alla prospettiva, senza indugiare nei particolari.

Solo dopo aver impresso l’idea del quadro sulla tela sopraggiunge il colore che cancella il tratto sottostante con pennellate corpose e spatolate generose, rimandi di colore, giustapposizioni tono su tono e contrasti chiaro-scuro, tutte “riflessioni” che restituiscono al componimento pittorico quello che l’artista definisce il ritmo musicale dell’opera.

L’ultima fase realizzativa è un personale “codice” di realizzazione dell’artista con l’utilizzo di velature a esaltare e rinforzare il colore prevalente e a donare un particolare effetto di uniformità cromatica ed emotiva.

Accanto ai quadri ad olio vi sono alcuni lavori in ceramica smaltata, sempre dedicati a Milano e che si caratterizzano per la doppia cottura, prima del corpo ceramico e poi dello smalto che lo ricopre, offrendo un’ulteriore varietà di forme e di effetti cromatici assolutamente inaspettati.

Anche in questo caso la dimensione emotiva è centrale. Tuttavia, sebbene ci sia coerenza di stile e di linguaggio, il risultato percettivo ed emozionale è del tutto diverso perché il medium non sono più i colori a olio stesi a spatola bensì gli smalti ceramici: la lucentezza della smaltatura, i gradienti di intensità cromatico-luminosa variegati, la singolarità delle gamme cromatiche tipiche degli smalti ceramici, nonché la fusione di due o più colori voluta dall’artista, portano a soluzioni dalla singolare efficacia estetica.

Ciò che accomuna le opere informali della produzione precedente a quelle attuali di carattere figurativo esposte alla Fondazione Luciana Matalon è la volontà dell’artista di restituire l’energia viva e palpabile della materia pittorica puntando sulla forza emotiva che scaturisce dal colore e sulle implicazioni percettive che accompagnano la fase emozionale.

De Angelis (anche per l’immagine)