Ideato da Giorgio Carnini e promosso dall’Associazione Camerata Italica, in collaborazione con l’Accademia Filarmonica Romana, il Conservatorio “Santa Cecilia” e, da quest’anno, l’Istituzione Universitaria dei Concerti (IUC), il Festival è parte integrante di un progetto più ampio che tende a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle Istituzioni sul grave problema della mancanza di un organo da concerto al Parco della Musica, organo progettato, arrivato alla gara d’appalto e mai realizzato.
“Le prime due edizioni del Festival “Un Organo per Roma” – spiega Giorgio Carnini – hanno risvegliato nella nostra città, dopo anni di letargo, l’interesse del pubblico verso la musica d’organo, tanto che oggi possiamo affermare che il concertismo organistico a Roma si identifica con “Un Organo per Roma”.
Il grande successo dell’iniziativa è stato decretato dalla scelta dei programmi mirata a sottolineare l’universalità del linguaggio organistico attraverso il dialogo con strumenti insoliti (la marimba, le percussioni…) e forme musicali diversissime che hanno coinvolto musicisti e spettatori ignari delle infinite possibilità dell’organo. Non si può inoltre tacere la grande disponibilità a partecipare di artisti di riconosciuta qualità artistica fra i quali molti docenti del Conservatorio. Anche la musica contemporanea è risultata significativamente presente nella programmazione con varie prime esecuzioni commissionate dal Festival che hanno riscosso l’approvazione del sempre più numeroso pubblico, compreso quello dello streaming fornito da Radiocemat.
Per la terza edizione, ferme restando le caratteristiche delle edizioni precedenti, il Festival ha incrementato – oltre a quella dei docenti – la partecipazione degli allievi del Conservatorio che si sono distinti per le loro qualità musicali.
Due concerti del Festival sono stati dedicati a due Maestri del recente passato, Ferruccio Vignanelli e Fernando Germani, figure storiche della musica del ‘900, grandi strumentisti e grandi docenti, pilastri del Conservatorio romano.
L’organo si abbina alla voce e al pianoforte nel concerto del prossimo 2 aprile, intitolato “La tradizione europea”: quattro secoli di grande musica, da Frescobaldi e Bach a György Ligeti e Arvo Pärt.
L’ideatore del festival Giorgio Carnini e l’Orchestra del Conservatorio “Santa Cecilia” diretta da Rinaldo Muratori sono i protagonisti del concerto del 9 aprile, dedicato a “L’Organo in Italia al tempo di Verdi”, in cui accanto ad alcune trascrizioni per organo di brani operistici di Verdi spicca il Concerto in la minore per organo, archi, 4 corni e timpani op. 100 di Marco Enrico Bossi, che fece parte di quel piccolo gruppo di compositori da cui negli ultimi anni dell’Ottocento prese l’avvio la rinascita della musica strumentale in Italia. Il concerto sarà introdotto da Raffaele Pozzi.
Mauro Mariani