Coordinati dal prof. Enzo Grossi, il prof. Giovanni de Gaetano dell’Istituto Neurologico Mediterraneo, il prof. Ramon Estruch del Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Barcellona, il dott. Kieran Tuohy dell’Università di Reading e del Gruppo di Nutrizione e Nutrigenomica della Fondazione Edmund Mach e il prof. Fulvio Ursini del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova, hanno illustrato le conclusioni a cui sono arrivati gli studi internazionali sul ruolo benefico del vino ad un workshop internazionale al quale ho partecipato come sommelier professionista e Governatore di Brescia di A.D.I.D.
I dati proposti dal workshop, organizzato da Comitato Grandi Cru d’Italia, sono interessanti per quanto riguarda la dieta mediterranea e potranno essere utilizzati anche per considerazioni riguardanti il distillato.
In sintesi, è stato concluso che sono i polifenoli, ma anche la moderata quantità di alcol del vino, in particolar modo il rosso, che agiscono positivamente sia sugli aspetti cardiovascolari che su quelle malattie che riducono la funzione cognitiva e quelle neurodegenerative come l’Alzheimer, quantomeno ritardandole e rendendole meno gravi, riducendo il rischio di demenza.
Dati provenienti da ampi studi osservazionali suggeriscono anche che, aumentando l’aderenza a diete di tipo mediterraneo, si consente il mantenimento di una migliore funzione cognitiva e un ridotto rischio di demenza. Studi di intervento randomizzati, come lo studio PREDIMED, dimostrano con il più alto livello di evidenza scientifica che un aumento dell’aderenza alla dieta mediterranea tradizionale è associato ad un miglioramento della funzione mentale.
Evidente anche che notevoli benefici dal consumo ai pasti di un bicchiere e mezzo di vino sono stati accertati non solo nel campo della prevenzione di malattie cardiovascolari, che insieme ai tumori sono la prima causa di premorienza, ma anche nei pazienti già colpiti da un prevedente evento ad alto rischio cardiovascolare. Nei diabetici di tipo 2, come ha dimostrato il recente studio dell’Università Ben Gurion del Negev in Israele, il vino consumato con moderazione nel contesto di un’alimentazione di tipo mediterraneo si è rivelato efficace nella riduzione del rischio di morte o dell’incidenza di nuovi eventi cardiaci, favorendo anche il colesterolo detto buono. Nello studio denominato “Moli-sani” a lungo termine (dieci anni) in corso presso l’Istituto Neurologico di Pozzilli (Isernia) sulla dieta mediterranea, di cui il vino è il motore principale, insieme all’olio d’oliva extravergine, il pesce fresco e al diffuso consumo di cibi di origine vegetale, è già stato dimostrato come, oltre agli effetti positivi cardiovascolari, si riducono anche gli eventi infausti cerebrovascolari.
(continua)
Renato Hagman