Sulle ali della Musica

Oramai è diventato un appuntamento classico della domenica all’Auditorium Pollini di Padova, con protagonista il Maestro Claudio Scimone, il concerto che dirige con la proverbiale verve i Solisti Veneti, gruppo da lui fondato 55 anni fa.

Volano le note, come si sfogliano le pagine di un libro, se poi, il protagonista assieme ai musicisti è il Maestro di un certo Bach, ne dobbiamo dedurre che il concerto della domenica è sensazionale. Vivaldi, è infatti il vero prototipo della musica veneta che ne riflette a pieno i colori di pittori illustri come il Tintoretto. Così il tempo scorre veloce, fra le note dei concerti che vedono protagonisti solisti di livello eccelso, accompagnati da un’orchestra collaudata che segue attentamente la bacchetta impeccabile del suo Direttore. L’incontro musicale è interamente dedicato ai concerti del prete rosso. Si possono apprezzare le sonorità del gruppo da camera che ci riportano all’antico splendore delle ville venete, con un tocco inconfondibile di modernità tutta italiana. Introduce l’ascolto del secondo libro del Maestro veneziano, il concerto in re minore n. 7 per violino che viene contrassegnato fra l’altro dall’interpretazione sottile e inebriante di Chiara Parrini, un modo elegante per apprezzare la musica barocca.Ma il solista che ha lasciato un ricordo intenso e veramente emozionante è stato sicuramente Paolo Grazia che ha offerto una delle sue migliori prestazioni nell’interpretazione del concerto n. 9 in re minore per oboe  sempre parte dell’opera Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione, opera spesso poco conosciuta al grande pubblico.

Le raffinatezze esecutive di questo concerto non sono di certo terminate, è stato infatti il turno di Clementine Hoogendoorn Scimone che interpretava in maniera esemplare il concerto in la minore RV 108 per ottavino, archi e basso continuo, senza sbavature. Le sonorità brillanti dell’ottavino dialogavano in simbiosi perfetta con l’orchestra.

A conclusione dell’incontro musicale, Lucio Degani interpretava il concerto per violino con la solita maestria e la pulizia del fraseggio. La sua esecuzione, lasciava quel velo di magia che solo la musica barocca può regalare all’ascoltatore.

Da ultimo, sottolineerei come, la logica infallibile che fa tutt’uno con quella della dimensione orchestrale, magistralmente dominata da Claudio Scimone,  hanno come sempre,  comunicato la sintesi del vero barocco.

 

Bruno Bertucci

 

 

 

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