Magie dell’Africa

Se visiti l’Africa la magia ti viene incontro. Devi avere pazienza e anche un po’ di fortuna, ma spesso non hai alcun problema per incontrare la magia con i suoi riti propiziatori di ogni genere. Così avviene in Madagascar e in tutto il continente nero. La magia è spesso confusa, direi quasi incompresa, in Europa, e purtroppo non viene valutata  da molti nella giusta misura. In Africa invece, la magia è proprio parte della vita di tutti i giorni. Talvolta infatti, noi del continente più sviluppato del mondo, siamo prevenuti proprio per ignoranza nel vero senso latino del termine. Se invece, come è capitato a me, con un po’ di fortuna  e di sana curiosità (quella di chi davvero vuole imparare qualcosa) riusciamo a osservare da vicino questi fenomeni, comprendiamo quanto le realtà occulte costituiscano in questa parte del mondo il vero pane quotidiano.

Ho fatto molti viaggi, in cerca di qualcosa di veramente unico e devo dire che spesso mi è capitato di trovarlo. In Centro America, ad esempio, ho avuto una grande opportunità, quella di poter sperimentare la Santeria cubana, così  osteggiata e difficile da incontrare: è necessario trovare la persona giusta per poterla sperimentare e penetrarne i segreti.

Nella nazione più povera del Sud America, in Bolivia, camminando da solo per La Paz, sono riuscito a trovare il barrio popular dove parlare con gli sciamani boliviani, in verità un po’ diffidenti.

Accompagnato dal il mio spirito guida, o angelo custode che dir si voglia, mi era capitato qualcosa di simile anche in Ecuador , durante il mio secondo viaggio nello stato andino affacciato sul Pacifico. Grazie a un po’ di esperienza e di intuito, a pochi chilometri dalla capitale Quito, sono riuscito a parlare con il capo degli sciamani che poi ho scoperto essere consigliere privilegiato del Presidente Correas. Cercavo una statuetta come souvenir, e trovo proprio quella di uno sciamano, elemento di sicuro ben augurante! Proseguendo l’escursione, sono riuscito ad avere un colloquio privato proprio con uno di questi personaggi, il rappresentante principale locale degli sciamani. Per questo ed altri motivi quindi, ero già avvezzo alla ricerca di incontri “speciali” un po’ ovunque nel mondo.

In Madagascar mi chiesero espressamente se volessi incontrare lo stregone: sapevo bene che queste proposte sono turistiche, pensate cioè per spillare un po’ di soldi allo straniero di passaggio.

Quindi conclusi che dovevo fare come sempre da me, sicuro che anche questa volta, grazie agli insegnamenti di un grande etnologo conosciuto in Marocco, George Lapasade, avrei avuto in mano la chiave per scoprire i misteri di questa parte africana immersa nell’Oceano Indiano. Certamente con qualche resistenza inevitabile sarei riuscito a trovare la situazione propizia per le mie nuove esperienze che sarebbero risultate a tutti gli effetti indimenticabili.

Ero andato molte volte a mangiare in quel particolare ristorante, e la mia attenzione si era soffermata su una donna in particolare, la moglie del proprietario: molte volte ero rimasto ad osservare il suo modo di fare. Nel villaggio, non c’erano troppi occhi indiscreti che potessero captare il mio studio. Ma un giorno, prendendo l’argomento da lontano, riuscii ad avere la conferma che sì proprio lei, mi avrebbe potuto aiutare per quello che cercavo da sempre. Non tutte le famiglie praticano certi rituali, ma la mia buona stella mi assiste sempre. Così avrei potuto verificare ancora una volta, lontano da occhi indiscreti, la vera magia che avvolge le atmosfere africane.

È vero, essere stranieri e significa essere osservati speciali, ma se si riesce a trasmettere alla comunità un po’ delle conoscenze o per meglio dire del nostro spirito si viene immediatamente percepiti in maniera positiva e in tal modo, si diverrà parte integrante del rituale che sta per iniziare.

Dunque potei organizzare proprio una riunione con la famiglia di questa donna per una vera seduta spiritica senza trucchi e con alcune situazioni veramente interessanti, tali da farmi riflettere sulla nostra superficialità di cosiddetti “evoluti”.

Come già detto, conoscevo già questi rituali, quindi mi tolsi le scarpe per rispetto e chiesi un po’ d’acqua per lavarmi le mani: i miei ospiti rimasero molto sorpresi.

Riuscii anche ad indicare da dove sarebbe arrivato lo spirito guida, anche perché l’energia in quel momento era molto forte e presente in tutti i partecipanti alla cerimonia. Non poteva mancare in questa occasione l’arte dei suoni, sì proprio la musica (ero stato iniziato a questo con le danze, in Marocco). La musica, come quasi sempre accade, è il motivo conduttore delle cerimonie cui ho avuto la fortuna di presenziare. Da notare che tutte le altre componenti familiari mi fecero sentire subito a mio agio in una dimensione così nuova e allo stesso tempo di coinvolgente spiritualità.

Quindi mi vennero svelati mano mano tutti quei segreti che sono solitamente tenuti nascosti al turista, impegnato piuttosto a scattare l’ennesima foto ricordo.

Avevo già partecipato in altri luoghi, in Centro America e in Marocco, allo svolgimento di rituali, e sempre con molta fortuna ero stato invitato ad assistere a cerimonie al di fuori del più assoluto circuito turistico, che rappresentavano la realtà nella sua più completa autenticità. Naturalmente è importante una ricerca preliminare, che aiuti a selezionare le situazioni autentiche da quelle fittizie e preparate ad hoc per l’inesperto.

Devo dire che anche in questa occasione rimasi coinvolto a 360 gradi ed entusiasta della riuscita della cerimonia cui ero stato invitato. Ero arrivato con il mio registratore, fido compagno di viaggio e di lavoro, per captare i momenti salienti che si sarebbero presentati durante tutto il corso del rituale: riuscii perfettamente nell’impresa e, come accennato,  potei porre le mie domande alla persona guida del magico evento. Molti indizi mi confermarono che la casa non era stata preparata prima del mio arrivo, a cominciare dalla semplicità della persona che condusse tutte le fasi del rito e dalla serietà della mamma della signora di cui sopra, una medium veramente speciale, che quando si trovò in qualche incertezza, chiamò un’altra donna per cercare le risposte corrette in maniera da non deludere il suo ospite bianco.

Anche se già conoscevo già lo stato di trance, devo dire che in questa occasione la cerimonia mi rivelò quel velo di fascino e mistero che in Africa è realtà quotidiana

 

Bruno Bertucci

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