Saggi di scultura a Castello d’Agogna

Prosegue con successo a Castello d’Agogna la stagione espositiva “Arte solidale a Castello Isimbardi” promossa dalla Fondazione Vera Coghi.

Sabato 22 agosto alle ore 17.00, nelle sale di Castello Isimbardi, per la rassegna “7 mostre per la Lomellina” inaugura la collettiva “Tra figura e astrazione: saggi di scultura” a cura di Giuseppe Castelli con circa venti sculture che dialogano perfettamente con le opere di Alberto Ghinzani poste nel parco e nella corte interna del Castello; anche perché ancora una volta ricompare il profondo legame con il territorio e la natura: dalle riflessioni in ferro delle creazioni del vigevanese Francesco Contiero allo studio del’animo umano del tortonese Gianni Bailo; dalla ricerca geniale attraverso l’assemblaggio di oggetti dismessi e recuperati di Niccolò Calvi di Bergolo alle sculture in argilla scrutata e scavata dell’alessandrina Gianna Turrin.

Scrive Giuseppe Castelli: “L’astrazione che diventa figura e la figura che si fa astrazione è la sintesi del millenario percorso della storia dell’uomo e della sua visione della realtà. Figura ed astrazione diventano i due poli estremi anche di questa mostra, in cui gli artisti, attraverso sofisticate simbologie ed ardite creazioni, lasciano traccia delle contraddizioni del nostro tempo”.

Francesco Contiero 2Francesco Contiero. Le sue creazioni consentendo nuove soluzioni spaziali. Il reimpiego di oggetti sui quali il tempo ha lasciato il segno si contrappone all’uso nella stessa opera di materiali modernissimi e senza storia.

Metalli splendenti e vetro trasparente accanto a pezzi di legno sfibrato dai secoli e a ferri arrugginiti segnano l’incontro tra due modi diversi di pensare e costruire la realtà.

Gianni Bailo ha intrapreso un deciso ritorno al figurativo. Prima era stato lo studio delle mani e del loro movimento ad aprire uno squarcio verso affetti e moti dell’animo umano, ora sono invece i volti ad essere interpreti assoluti di sentimenti ed atteggiamenti psicologici, che l’artista rileva attraverso uno studio attento dell’anatomia del volto umano.

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Niccolò Calvi di Bergolo. Una ricerca geniale di forme libere nello spazio e di insolite volumetrie, spesso ottenute anche attraverso l’assemblamento di oggetti dismessi e recuperati. Sperimentatore instancabile ed eclettico, Niccolò Calvi stupisce per la grande capacità nell’utilizzo dei materiali più diversi, dalla pietra al ferro al legno alla docilissima carta, trovando nuove armonie.

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Gianna Turrin. Con linguaggio innovativo e nello stesso tempo arcaico, Gianna Turrin ci riconduce all’archeologia mediterranea, all’origine del pensiero ed al confronto tra ciò che è stato, ciò che è e ciò che dovrebbe essere. La classicità del materiale e nello stesso tempo la sua povertà, uniti alla capacità e all’ecletticità dell’artista, producono risultati talvolta spiazzanti in una dimensione sempre poetica e affascinante.Gianna Turrin 2

Fondazione Vera Coghi – Castello Isimbardi, Castello d’Agogna (PV)

Dal 22 Agosto al 16 Settembre 2015

de Angelis

 

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