Anche il lago Tai lacrima

Un avvincente romanzo quello di Qiu Xiaolong, scrittore e traduttore originario di Shanghai, ma residente negli Stati Uniti dal 1989, dove è docente di cinese alla Washington University di Saint Louis. Xiaolong ha creato la famosa e fortunata serie poliziesca il cui protagonista è l’ispettore capo Chen Cao, della polizia di Shanghai, tradotta in dieci lingue. Pubblicato da Marsilio, “Le lacrime del lago Tai” racconta ancora una volta di atmosfere cinesi fatte di cibo apparentemente improponibile per gli occidentali, di donne, di sogni e di politica. L’ispettore capo Chen Cao è in vacanza. Data la sua fama, è ospite d’onore in una residenza di lusso sulle rive del lago Tai, luogo esclusivo nel quale si trova al posto del suo capo. Finalmente può spegnere il cellulare e cercare di smettere di osservare dettagli, sfumature, persone e porte chiuse, come se si volessero tenere nascosti segreti. Anche in Cina la politica ha i suoi privilegi, soprattutto per coloro che rappresentano il potere in un luogo in cui tutto dovrebbe essere per tutti e ciascuno uguale all’altro. In realtà i privilegi non mancano e le velate sottolineature dello scrittore portano una carica di osservazione nel lettore che comincia a stare più attento a dove la storia vuole andare a parare. Infatti, alcuni luoghi sembrano vietati, altre circostanze sembrano dovere restare segrete e, piano piano, l’autore induce il lettore a diventare l’ispettore capo e a porsi le stesse sue domande. Il famoso lago Tai è inquinato: le sue acque sono pericolose, pullulano di un’alga tossica e fetida che lo rende più simile ad un liquame. Nei pressi del lago c’è un’industria chimica il cui direttore viene assassinato. L’ispettore capo Chen Cao resta intanto affascinato da una bellissima donna, Shanshan, bella e determinata ambientalista che denuncia lo scempio fatto del lago e per questo viene sospettata dell’assassinio del direttore dell’industria chimica, accusata di essere la principale causa del pesante inquinamento delle acque lacustri. Così l’ispettore non è in ferie del tutto e, anzi, prende in mano l’indagine. È evidente che il denaro può tutto e, oltre a rendere più o meno comoda la vita, rende la verità l’una piuttosto che l’altra. La critica verso lo status di vita cinese fatto di corruzione che sembra la normale necessità per un Paese che deve ammantarsi di progresso, è evidente. Xiaolong sottolinea ancora una volta, come negli altri suoi romanzi, il malfunzionamento del Paese, elogiando tutti coloro che, nel loro piccolo, cercano di porvi rimedio, spesso facendone le spese. I ritratti sono a tutto tondo, sia che si tratti di Huang suo aiutante, sia che si tratti di un improvvisato ristoratore sulle rive del lago, oppure degli ambienti che sembrano vivere come persone. Una Cina antica che vive accanto a quella nuova, con riti e usanze che evidentemente sono superati, ma che mantengono una ragione d’essere più grande di quella che molti papaveri cercano di giustificare per il loro presente squallido. La poesia che l’autore mantiene per tutto il lungo racconto, è una poesia di immagini e di suoni resi così tangibili dalla capacità descrittiva semplice, asciutta ed efficace, da rendere il romanzo un vero capolavoro letterario, mentre il tema trattato non è mai perso di vista. Entrambi i piani del narrare dimostrano il profondo amore di Xiaolong per il suo Paese d’origine, ed egli dimostra anche di essere stato capace di mantenere il suo essere cinese intatto, traghettandolo ai lettori occidentali come una perla rara che permette di acquisire conoscenza di un mondo non solo affascinante perché per noi esotico, ma saggio e dalla filosofia ampia e densa.

Un romanzo da leggere tutto d’un fiato e anche centellinandolo pagina per pagina.

Qui Xiaolong: “Le lacrime del lago Tai”, Marsilio, Venezia, pagg. 336; euro 18,00.

 

Alessia Biasiolo

 

One thought on “Anche il lago Tai lacrima

  1. Avatar di WILLEM WILLEM ha detto:

    Molto bello, questo libro. Mi ricorda un film comico; credo con Renato Pozzetto e Mariangela Melato: comico dicevo per le scene simpatiche degli interpreti, ma purtroppo drammatico per l’inquinamento dei fiumi per una scarica abusiva proveniente da una fabbrica. Come al solito, niente di fatto.

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