Libertà presa a frustate

Secondo quanto riferito ad Amnesty International da un testimone oculare, la mattina del 9 gennaio scorso l’attivista saudita Raif Badawi è stato sottoposto a 50 frustate all’esterno della moschea al-Jafali di Gedda, al termine della preghiera del venerdì. Dopo essere stato fatto scendere da un pullman, Badawi è stato portato in catene al centro della piazza e, di fronte al pubblico e alle forze di sicurezza, ha ricevuto 50 frustate consecutive sulla schiena. Dopo 15 minuti, è stato riportato a bordo del pullman. “Si è trattato di un feroce atto di crudeltà, proibito dal diritto internazionale” – ha dichiarato Said Boumedouha, vicedirettore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. “Ignorando le richieste di annullare la sentenza, le autorità saudite hanno dimostrato un orribile spregio per i più elementari principi dei diritti umani. Badawi è un prigioniero di coscienza, il cui unico ‘reato’ è stato quello di esercitare il diritto alla libertà d’espressione fondando un sito per il pubblico dibattito. Dev’essere rilasciato immediatamente e senza condizioni” – ha aggiunto Boumedouha. Nel settembre 2014, Badawi è stato condannato a 10 anni di carcere, 1000 frustate e un milione di rial sauditi (circa 225.000 euro) per aver pubblicato un forum online e per aver insultato l’Islam. È stato stabilito che le frustate verranno eseguite in un periodo di tempo di 20 settimane. diverse le manifestazioni in favore dell’attivista e molte le iniziative in suo favore. È possibile firmare l’appello on-line al seguente indirizzo: http://www.amnesty.it/Arabia_Saudita_attivista_online_apostasia

Amnesty International Italia

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