Un tempo adatto per leggere, questo autunno uggioso e ricco di pioggia che ci induce a restare al calduccio. Allora, una serie di letture possono essere più adatte di altre per poter distrarsi o ritrovarsi. Il caldo della casa, del nido, riporta all’argomento di un interessante libro edito da Paoline, che già dal titolo fa rizzare i capelli in testa: “Madre vs Figlia”. Amiche/nemiche, odio profondo mascherato da amore e amicizia, ma sempre un rapporto conflittuale che, spesso, non trova soluzione. Per i motivi più disparati. Spesso la madre, attraverso i figli, desidera superare qualcosa di se stessa, i propri timori, il proprio senso di inadeguatezza, la propria voglia di amare. Ma verso la figlia tutto questo si tramuta, inconsciamente o meno, in una sorta di gioco al massacro che ingigantisce problemi e lascia nodi irrisolti più di prima. Ci si ritrova davanti a situazioni limite, con madri piovra che attanagliano le figlie e il loro futuro, fagocitandole in un motivo di rivalsa verso se stesse, riconoscendole come specchio al punto da non permettere loro di trovare la propria strada e di seguirla. L’identificazione della madre verso la figlia la può portare a credere di essere essa stessa l’artefice della vita della propria figlia, senza rendersi conto di sovrapporsi ad essa senza lasciarle spazio. Sia che si tratti di una figlia bambina, sia che si tratti di una figlia madre. Il rapporto difficile madri/figlie si travasa poi sui nipoti, con risultati altrettanto complessi e, spesso, ancor più giganteschi di prevaricazione. Anche di amore. Anche il troppo amore può generare drammi, il più delle volte inconsci, quindi ancor più difficili da affrontare e, se possibile, superare. Ci sono poi le situazioni di madri/bambine, in cui è la figlia a diventare mamma della propria madre, e non solo e non necessariamente nel caso in cui la figlia si debba prendere cura della madre in oggetto. Spesso è semplicemente il caso di madri che aspettano di vivere una vita “normale” attraverso le figlie che si occupano di loro. Pensiamo ai casi in cui le madri raccontano la loro vita sentimentale alle figlie? O a quando le madri si “appropriano” dei ragazzi che corteggiano le figlie? No, non è solo questo il caso. Siamo di fronte a situazioni ancor più delicate, semplici e subdole. Tante Cenerentola e tante streghe cattive, anche ammantate dei migliori sorrisi e dei migliori propositi. Il nipotino non mangia come dovrebbe, non è vestito accuratamente, alla sua età tu parlavi già e camminavi già e mangiavi da sola, e non sei brava a preparare la zuppa e non ti riesce bene la torta … e anche quando la casa è uno specchio, i voti a scuola sono altissimi, i risultati sportivi eccellenti, c’è sempre un capello fuori posto, la camera con il letto che ha una minima piega, e un ragazzo che poteva essere migliore, e una smorfia che doveva essere diversa. “Mi sta bene questo vestito?”, “Sì, ma potevi mettertene un altro, ma perché devi uscire, ma non potevi indossare un’altra camicetta, ma a che ora ritorni, ma perché non esci da sola, ma perché non metti gli stivali invece delle scarpe, ma potevi stare a casa …”. In fondo si tratta di forme di ricatto, di involontario tentativo di diventare matrigne e di fare pagare alle figlie i propri conflitti, spesso con la madre, ma anche con il padre. Sensi di colpa, rabbia repressa, senso di mancanza di amore, anaffettività, con il rischio che la storia si ripeta, non soltanto nei confronti dei nipoti, ma anche da parte della figlia stessa nei confronti dei propri figli e, ahinoi, delle proprie figlie.
Un panorama drammatico? No, soltanto la storia quotidiana della maggior parte dei rapporti interni alle famiglie e non solo italiane. In occasione della recente giornata contro la violenza sulle donne, dobbiamo prendere atto anche noi donne che spesso il male ce lo facciamo anche da sole e tra di noi. Iniziamo allora a prendere in mano la nostra vita dal nostro legame più forte, quello con la madre e materno e, se non possiamo cambiare il nostro rapporto con nostra madre, se non l’abbiamo più, se “è una causa persa”, cerchiamo almeno di imparare a diventare madri di noi stesse, a volerci bene e, soprattutto, ad essere madri migliori. Migliori sempre. Il libro di Yvonne Poncet-Bonissol è un valido strumento. Agile da leggere, diviso per capitoli tematici che centrano il problema senza tanti giri di parole, è scritto dalla presidente dell’Associazione francese di difesa contro il mobbing, spesso presente sui media per spiegare e proporre argomenti specifici. Il tema principe del volume è aiutare madri e figlie a trovare ciascuna il posto che le compete e si propone, quindi, una sfida importante senza la vittoria della quale la società non avrà mai un vero apporto femminile costruttivo fino in fondo. Il nostro essere madri/essere figlie, infatti, è all’origine di tanti conflitti non soltanto con noi stesse, ma con i nostri legami femminili, facendo sì che davvero le donne non siano mai amiche. Pertanto la lettura di quest’ottimo contributo è davvero essenziale.
Yvonne Poncet-Bonissol: “Madre vs Figlia”, Paoline, Milano, pagg. 176; euro 13,50.
Alessia Biasiolo