Pentagona’: arte per la ricostruzione, accanto alle tracce del sisma

E’ tutto proiettato verso il futuro, come stimolo al rinnovamento, il messaggio artistico che i cinque giovani protagonisti di ‘Pentagona’ intendono lanciare alla città con le loro installazioni nei luoghi feriti dal terremoto. Loro sono Andrea Amaducci, Luca Zarattini, Ornaghi e Prestinari, laCRUNA e Silvia Venturi e fino al 31 ottobre prossimi le loro opere saranno visibili accanto o all’interno di cinque degli edifici storici maggiormente segnati dagli eventi del maggio 2012: le chiese di San Paolo e di San Girolamo, la biblioteca Ariostea, il Teatro Comunale e Palazzo Renata di Francia sede del Rettorato.
Il progetto, sostenuto dai fondi per la Creatività giovanile del Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dell’Anci, è promosso dal Comune di Ferrara, dal Teatro Comunale e da ForFe – Fondo Ricostruiamo Ferrara per la cultura. “L’idea di fondo – ha spiegato stamani in conferenza stampa il curatore generale Gilberto Pellizzola – è quella di una chiamata alle arti per offrire alla città, dopo il sisma, una proiezione simbolica verso il futuro e verso il ritorno alla normalità. Abbiamo così coinvolto cinque critici d’arte ferraresi chiedendo loro di invitare a partecipare altrettanti giovani artisti, allo scopo di creare nuove possibilità di dialogo tra l’arte contemporanea e i luoghi storici della città. Il risultato è la creazione di cinque installazioni sito-specifiche, ossia studiate appositamente per i luoghi in cui sono collocate e che su quegli stessi luoghi offriranno allo spettatore nuove possibilità di sguardo”.

A inaugurare il percorso espositivo, è stata una passeggiata storico artistica (a partecipazione gratuita) attraverso i cinque spazi espositivi, guidata dal responsabile dell’Ufficio Ricerche storiche del Comune Francesco Scafuri e dagli stessi curatori e artisti.

“Pentagona – ha puntualizzato il vice sindaco Massimo Maisto – rappresenta un importante tassello della nostra idea di ampliare alla creatività e ai lavori creativi l’ormai oltre ventennale progetto di Ferrara città d’arte e cultura. Per la seconda volta abbiamo ottenuto fondi nazionali per l’arte giovanile e con l’aiuto del curatore Pellizzola li abbiamo utilizzati per offrire a giovani artisti l’opportunità di integrare la contemporaneità con la storia della città. La scelta poi – ha concluso Maisto – di puntare sul tema del sisma segue la nostra convinzione di voler puntare i riflettori sui problemi della città per affrontarli assieme alla collettività”.

Cinque installazioni di cinque giovani artisti selezionati da cinque curatori: Pentagona è un evento espositivo che intende stabilire un dialogo fra la ricerca artistica contemporanea delle giovani generazioni ed i luoghi della cultura e dell’arte del centro storico di Ferrara feriti dal sisma del 2012. Lo scopo essenziale è giustapporre e integrare un insieme attuale di opere d’arte sito-specifiche, realizzate espressamente da artisti dell’ultima generazione, a rovine e macerie, a problematiche entità architettoniche ed urbanistiche, nella realtà odierna del centro storico di Ferrara: arte di ricerca come sintomo e certezza di continuità, di ricostruzione, e stimolazione ad uno sguardo rinnovato all’intero tessuto urbano, nella inedita misura dell’emergenza e con diversa prossimità.

Il progetto ha visto il coinvolgimento di cinque curatori che operano da diversi anni sul territorio ferrarese – Maria Livia Brunelli, Elisa Leonini, Massimo Marchetti, Letizia Paiato e Eleonora Sole Travagli – ai quali è stato demandato il compito di selezionare ciascuno un giovane artista e di curare il suo progetto espositivo. I cinque artisti scelti – rispettivamente Andrea Amaducci, laCRUNA, Ornaghi e Prestinari, Silvia Venturi e Luca Zarattini – si sono confrontati con edifici luoghi di culto esistenti a Ferrara fin dall’epoca rinascimentale – Chiesa di S. Paolo e Chiesa-Convento di S. Girolamo – con la sede del Rettorato dell’Università, Palazzo Renata di Francia, e con due dei luoghi della produzione culturale del passato e dell’epoca contemporanea, vale a dire il Teatro Comunale e la Biblioteca Ariostea. Sagrati e ambienti interni ugualmente segnati dalle ferite, in alcuni casi ancora plasticamente evidenti, del terremoto, e nei confronti dei quali è stato operato un percorso di connotazione simbolica, di traduzione – con l’aggiunta di un sedimento di tracce e detriti aggiuntivi – dei drammatici avvenimenti del 2012, di reinterpretazione ed attualizzazione, in un dialogo febbrile e partecipe tanto con il luogo individuato quanto con il significato materiale, sociale, culturale ed economico originato dal sisma.

I luoghi e le opere sono stati documentati da un giovane fotografo professionista, Matteo Cattabriga, e tutto il progetto, con relative schede, testi critici e documentazione fotografica, è riportato in un sito Internet realizzato appositamente. La mostra sarà visibile fino al 31 ottobre 2013, secondo gli orari di apertura dei singoli luoghi per quanto riguarda le opere in ambienti chiusi, ad eccezione dell’opera de laCRUNA al Teatro Comunale, che rimarrà esposta solo durante i giorni del festival “Internazionale a Ferrara”.

Articolo di Alessandro Zangara

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